Roubini, sarà una seconda metà dell’anno difficile

L’Europa ha risposto alla crisi puntando sull’austerità fiscale ma “bisogna considerare anche altre politiche economiche, serve una politica monetaria più morbida da parte della Bce”. Lo sostiene l’economista Nouriel Roubini secondo il quale “la Bce e la Germania non stanno facendo la loro parte per la crescita delle aree periferiche”. “Ci sono molte cose da fare: per esempio intervenire sulla politica dei tassi, rimasti verso l’1%, favorire l’indebolimento dell’euro e garantire liquidità al sistema bancario». Secondo l’economista infatti l’austerità fiscale “è necessaria nel breve ma non può andare avanti a lungo” perché conduce a un rischio recessione. “Bisogna far quadrare austerità e incentivi: temo che mentre gli Stati Uniti non stiano facendo nulla dal punto di vista fiscale, l’area euro sia sovraccaricata di austerità”. “Senza una ripresa solida, l’austerità riduce la possibilità di crescita e se il Pil continua a scendere ci si troverà in un circolo vizioso con i consumi: come è successo in Argentina”, conclude Roubini.

Roubini si è anche espresso sul sulla seconda metà del 2010. “Sarà più debole perché non ci saranno più gli strascichi dei pacchetti di stimolo fiscale che avevano sostenuto la prima metà dell’anno”. Roubini, sembra dunque piuttosto pessimista sul futuro economico dell’Europa. “Spagna, Irlanda e Grecia – ha detto l’economista parlando della zona euro – non crescono, mentre in Italia e Portogallo la crescita è molto bassa. Nella seconda metà dell’anno ci sarà una crescita più lenta anche in Germania e per l’eurozona ci sono prospettive di crescita debole”. “Sarà comunque un periodo difficile che richiederà riforme strutturali: in Usa e Giappone c’è un rischio maggiore di una nuova recessione. Nelle economie emergenti invece la crescita è ancora in atto ma ci sono già segnali di rallentamento”, conclude Roubini.

“In caso di nuova recessione, l’oro sarà uno dei beni rifugio preferiti, ma il dollaro, lo yen e il franco svizzero presentano maggiori vantaggi e sono molto più “liquidi” rispetto al lingotto. È l’indicazione fornita da Nouriel Roubini, uno degli economisti più ascoltati, che a Bloomberg ha commentato lo scenario delle diverse commodities, alla luce della crescita delle quotazioni dell’oro, che dall’inizio dell’anno ha guadagnato il 14 per cento. “Credo che l’oro resterà su questi livelli” ha osservato ricordando che “due eventi estremi possono portare a un balzo” delle quotazioni del metallo giallo: “una è l’inflazione, ma non c’è nelle economie avanzate, al massimo c’è il rischio di deflazione; l’altra è un caos finanziario globale, ma questo rischio è stato ridotto dai paletti messi al sistema” ha aggiunto. Per il professore della New York University, nella seconda metà del 2010 l’economia Usa potrebbe rallentare perdendo il “vento di coda” dello stimolo fiscale e della ripresa delle scorte. “Possiamo cercare di prevenire una doppia recessione ma quella di una rapida ripresa nelle economie avanzate è una missione impossibile” ha affermato, evidenziando come negli Usa “la creazione di nuovi posti di lavoro è molto bassa: è come se ci si sentisse in recessione anche se non siamo in recessione”.

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