Draghi, serve lavoro per la stabilità finanziaria

“Le crisi accelerano sempre i cambiamenti. A due anni dal collasso di Lehman Brothers, non sorprende che siano ben visibili i segni di una profonda trasformazione nel panorama finanziario, trainata da due forze: la differente percezione del rischio” e la necessità di “una più stringente cornice regolatoria”. In un lungo intervento sul Financial Times, il governatore della Banca d’Italia e presidente del Financial Stability Board, Mario Draghi, esordisce così per tracciare una quadro di quelli che, a suo parere, dovranno essere i prossimi passi da compiere per raggiungere la stabilità finanziaria.

Il crac della banca americana, scrive Draghi, ripreso da Ansa “ci ricorda che rimangono ancora da affrontare molti problemi profondamente radicati. Lehman è stata la prima istituzione finanziaria cui è stato permesso di fallire. Ed è stata anche l’ultima”. Ma “il pubblico non accetterà, e non dovrà più accettare, operazioni di salvataggio”. Per questo “affrontare efficacemente il problema degli istituti troppo grandi per fallire è il prossimo centrale passo da compiere nel programma di riforma”. In particolare, secondo Draghi, “gli istituti di credito a rilevanza sistemica devono avere una capacità di assorbimento delle perdite superiore ai parametri minimi concordati lo scorso fine settimana per il sistema bancario in generale” con Basilea 3. Su questo e altre misure necessarie il Fsb e i suoi membri, nota ancora il governatore, “presenteranno le loro raccomandazioni al vertice del G20 di Seul di novembre”.

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