Stallo a Bruxelles sul patto di stabilità

Stop alle trattative sul patto di stabilità. La questione, che avrebbe dovuto risolversi entro questa settimana, è slittata a ottobre, in una prossima riunione, complici le forti divergenze tra i diversi paesi. Leggi: Francia e Italia da una parte e Germania dall’altra. A comunicare il cambio di programma è stato lo stesso presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Junker al termine della riunione informale tenutasi oggi a Bruxelles.

«Non abbiamo discusso le proposte della Commissione perchè oggi non abbiamo avuto tempo, ma ne parleremo entro metà ottobre all’Eurogruppo», ha detto Juncker, sottolineando che, «in linea di principio», quanto presentato dall’esecutivo di Bruxelles è «già stato affrontato dai lavori della Task force» guidata dal presidente stabile del Consiglio Ue Herman Van Rompuy. «Ora che abbiamo le proposte legislative concrete possiamo discutere i dettagli, cosa che non abbiamo appunto ancora fatto, e posso dire che quanto proposto dalla Commissione va nella giusta direzione, perchè dobbiamo essere sicuri che i nostri debiti siano tagliati», ha sottolineato il presidente dell’Eurogruppo.

I contrasti tra le parti però sembrano ancora lontani dall’essere risolti. La posizione del ministro dell’Economia francese Christine Lagarde è chiara: “la riforma del patto Ue di stabilità e di crescita proposta dalla Commissione – ha detto oggi entrando alla riunione dei 27 – è in teoria un’idea eccellente, ma le modalità sono tutte da discutere”.

Ottimista Olli Rehn, commissario agli Affari economici e monetari, che si è detto fiducioso sulla possibilità di vincere le resistenze di Francia e Italia: «Sono convinto che la Francia sosterrà la nostra proposta per una governance più forte – ha detto – e che le sue riserve cadranno assieme a quelle degli altri Paesi». Quanto all’Italia, e alla possibilità, caldeggiata a più riprese dal fronte italiano, di prendere in considerazione, nel calcolo del debito, anche quello privato: «Prenderemo in considerazione il debito privato nella misura in cui influisce sulla capacità di finanziarie il debito pubblico e per di più non c’è effetto retroattivo – ha chiarito – per cui se l’Italia riduce ora il suo debito, non dovrà avere a che fare questi elementi» relativi alle nuove norme del Patto di stabilità.

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