Torna a correre l’industria del private equity europea

Mentre prosegue il dibattito sul debito europeo, con i battibecchi le due sponde della manica, l’industria del private equity del Vecchio Continente mostra forti segnali di miglioramento.

Dai dati preliminari del rapporto ‘Unquote Barometer‘, pubblicato dalla rivista Unquote e sponsorizzato da Candover, emerge che il periodo nero, per il comparto, è passato: il controvalore delle operazioni di private equity fra luglio e settembre è salito a 23,9 miliardi di euro, con una netta accelerazione rispetto ai 13,8 miliardi del secondo trimestre e agli 11,1 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso.

In calo, però, il numero di transazioni: 234, contro 300 del secondo trimestre 2010 e 258 di un anno prima. Segno che è cresciuta la dimensione media dei deal. Da inizio anno, il controvalore delle operazioni è arrivato a quota 49 miliardi di euro, in netto rialzo rispetto ai 19,1 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso.

E a spingere in alto i numeri è stata l’attività “principe” degli operatori di private equity, il buyout, tornato ai livelli del secondo trimestre 2008, poco prima del fallimento di Lehman Brothers: 21,4 miliardi, contro 11,3 miliardi del secondo trimestre.

Intanto, prosegue il confronto sul debito europeo. Oggi il presidente del Parlamento europeo Jerzy Buzek è tornato sulla questione, ricordando che “se i governi nazionali avessero gestito le loro finanze pubbliche allo stesso modo dell’Europa, rispettando i patti vincolanti di stabilità e crescita, oggi si ritroverebbe ad affrontare una crisi del debito pubblico molto meno acuta”.

Con una lettera inviata al Financial Times, Buzek ha risposto a un editoriale della testata inglese in cui si definiva “mal concepita, arrogante e stonata” la decisione presa dall’Europarlamento la settimana scorsa di appoggiare il progetto di finanziaria europea 2011 con un aumento complessivo del budget del 6% così come previsto dalla Commissione, ma aprendo di fatto uno scontro con il Consiglio europeo, che ad agosto aveva invece fatto consistenti tagli alla capacità di spesa dell’Unione.

Oggi, in conseguenza del voto di mercoledì scorso, si apre a Bruxelles il lavoro del Comitato di conciliazione che ha 21 giorni di tempo per trovare un accordo tra Europarlamento e Consiglio. La delegazione del Parlamento è guidata dallo stesso Buzek, per il Consiglio c’è il presidente di turno, il premier belga Yves Leterme. Per le norme comunitarie ci sono 21 giorni di tempo per trovare un accordo, passati i quali il 2011 comincia in regime di esercizio provvisorio mensile basato sul bilancio del 2010 diviso in dodicesimi.

“I parlamentari – ha scritto Buzek nella lettera al Ft – hanno sposato le priorità di spesa verso la ricerca, l’energia, l’ambiente, la formazione ed i giovani, aree in cui si può migliorare la competitività, aiutare la ripresa dell’economia europea e rilanciare il lavoro”. Buzek fa poi notare che la differenza tra le proposte di bilancio del Consiglio e della Commissione “è di 3,5 miliardi di euro, ovvero lo 0,03% del Pil dei 27 paesi della Ue”.

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