S&P, Italia ancora in stallo

In una nota l’agenzia di rating, ripresa da Ansa, spiega che «l’elevato debito sovrano dell’Italia, il peso degli interessi e le prospettive di crescita economica debole continueranno a limitare la flessibilità delle politiche di lungo termine. Secondo S&P la contrazione economica avvenuta tra il 2007 e il 2010 ha eliminato la maggior parte degli sforzi messi in atto in Italia nell’ultimo decennio: l’indebitamento netto è ora previsto al 116% del Pil nel 2011 dal 100% del Pil nel 2007.

Il livello del 2011 è lo stesso del 1997. Negativo, poi, l’effetto sul risanamento delle “previsioni di crescita economica relativamente deboli« e delle rigidità strutturali, in particolar modo nel mercato del lavoro. S&P, anche se il pacchetto S&P di misure per il consolidamento del debito varato dal governo in estate sarà pienamente implementato, si aspetta comunque »che il debito lordo in Italia tocchi il 120% del Pil nel 2011, per poi diminuire gradualmente” afferma l’analista del rating Eileen Zhang.

“Inoltre, il livello del debito in Italia potrebbe ulteriormente aumentare. Positivo, invece, l’impatto delle ulteriori misure sulle pensioni approvate nel 2010, così come la possibilità per l’Italia di finanziarsi a tassi storicamente bassi« grazie ai »forti bilanci famigliari e societari”. Secondo S&P se il Governo Italiano dovesse realizzare un consolidamento del debito più forte del previsto attraverso avanzi primari elevati per un periodo sostenuto, ponendo in tal modo il rapporto debito pubblico su un sostenuto trend al ribasso, questo potrebbe portarci a considerare un aumento del rating a lungo termine, così come potrebbe un perseguimento più rigoroso delle riforme strutturali finalizzate al miglioramento della competitività… che favorirebbero una maggiore crescita economica.

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