Il Palazzo di Vetro batte cassa ai Paesi membri

Le Nazioni Unite battono cassa e chiedono ai Paesi membri di aprire il portafogli e versare il proprio contributo. La crisi finanziaria globale, infatti, ha prodotto un deficit di 4,1 miliardi di dollari nel bilancio annuale dell’Onu, un quarto del quale, circa 1,2 miliardi di dollari, è rappresentato dal mancato versamento degli Stati Uniti. Lo ha reso noto Angela Kane, vice segretario generale per il Management al Palazzo di Vetro, sottolineando che numerosi Paesi membri «sono stati costretti a stringere la cinghia» a causa della recessione economica, mentre altri hanno procedure più lunghe nell’approvazione delle leggi finanziarie interne. Sta di fatto che solo 13 dei 192 Paesi che compongono l’organizzazione con sede a New York hanno rispettato le scadenze. La gran parte del deficit, 3,2 miliardi di dollari, è rappresentato dalle spese per le missioni di pace che non vengono finanziate nei tempi stabiliti. E così si allunga la lista dei Paesi debitori che va dal Giappone, in rosso per circa 654 milioni, alla Gran Bretagna che ne deve 307, dalla Spagna, 293 milioni, alla Francia, 194 e all’Italia, 129.
In merito ai debiti, l’ambasciatore USA alle Nazioni Unite, Susan Rice, ha spiegato che l’amministrazione di Washington «ha pagato tutto in tempo» sottolineando che «ci sono ancora storie di vecchi arretrati».

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