Euro pesante

Le brutte notizia arrivano dall’Irlanda, dove si comincia a vociferare di possibili aiuti che verranno messi a loro disposizione da parte della Commissione Europea, per una cifra pari a 80 miliardi di euro. Giusto per dare un’idea dell’ordine di grandezza di tali possibili stanziamenti, bisogna ricordare che per il salvataggio della Grecia si sono utilizzati circa un quarto dei fondi.

Il rischio che il settore bancario collassi è così concreto che tutto ciò potrebbe diventare realtà in breve tempo. E seguirà il Portogallo, che comincia a pensare di uscire dall’euro per poter riguadagnare una posizione competitiva migliore, che possa far ripartire l’economia. Possiamo solo immaginare come uno scenario del genere possa impattare sulla moneta unica.

Se ragioniamo infatti, dobbiamo convenire che l’euro rappresenta il tentativo di andare ad unificare anche dal punto di vista monetario diverse nazioni. E mai come in questo caso, il termine “diverse”, capita a fagiolo. Le realtà accomunate dalla moneta unica infatti, differiscono da molti punti di vista, da troppi punti di vista. Assetto politico, fiscale, economico. L’unico Paese che sembra adatto a quello che è oggi diventato l’euro, è la Germania.

Per tutti gli altri, le difficoltà oggettive diventano sempre maggiori e ora, le possibilità che qualcuno esca dall’euro, cominciano a farsi concrete. L’effetto, sarebbe devastante in un momento come quello attuale. Ogni giorno infatti, sembra come un percorso ad ostacoli dove bisogna affrontare un problema, per poi passare subito ad un altro. Il discorso è che, si tratta meramente di una questione di focalizzazione di attenzione. Non si parla di un problema, lo si risolve e poi si passa ad altro. E sta funzionando così, perché i problemi sono troppi  e ci sono poche armi per risolverli, soprattutto a causa della loro interdipendenza.

EurUsd – grafico 240 min

Un giorno si parla di QU degli Usa, il giorno dopo dello yuan troppo sottovalutato rispetto al dollaro, poi delle strette monetarie cinesi il tutto inserito in un quadro che vede le difficoltà dei PIIGS, del Giappone che ha tagliato i tassi e che ha uno yen molto forte che di sicuro, adesso, non aiuta e chi più ne ha più ne metta. I possibili effetti sui mercati cominciano a diventare di difficile comprensione, bisognerebbe riuscire a guardare un po’ più in là, ma non è possibile farlo perché da un giorno all’altro può succedere di tutto.

Affidiamoci dunque all’analisi tecnica, in quanto i prezzi scontano tutto e cominciamo la settimana dall’immancabile eurodollaro. Dopo che i prezzi hanno mostrato, venerdì, una risalita di 200 punti abbiamo intuito quale potrebbe risultare, per le prossime ore, un livello importante per interpretare questa situazione.

L’idea è di sfruttare un grafico a 240 minuti congiungendo i minimi toccati dal cambio da inizio ottobre: ebbene la trendline lievemente positiva è risultata essere l’area di congestione de prezzi giovedì durante la discesa mentre venerdì i prezzi vi si sono avvicinati senza oltrepassarla. Per le prossime ore il livello che viene indicato da questa linea transita a 1.3810.

Nell’immediato troviamo un supporto a 1.3660, che se non oltrepasssato potrebbe essere in grado di mostrarci nuovamente i prezzi indicati sopra come resistenza.
Nel momento in cui scriviamo il cambio UsdJpy sta tentando di rompere il livello di resistenza statica a 82.90-83: questo trae origine dal minimo del 15 settembre scorso, prima del famoso intervento della BoJ.

L’idea è di un’ulteriore estensione rialzista, qualora la rottura dovesse avvenire, con un primo livello obiettivo di 84. Avrete notato come su questo cambio in particolare si stia ragionando su rotture ed eventuali conferme, non essendo ancora certi di una definitiva risalita dei prezzi da livelli che sono ancora pericolosamente vicini ai minimi storici e sempre a rischio di un’estensione ribasssista.

La veloce risalita del cambio EurJpy dal minimo di venerdì  mattina a 111.05, ha in breve riavvicinato i prezzi ad un livello importante. Stiamo parlando di 113.70, da utilizzare come resistenza: questo livello ha portato ad un’inversione dei prezzi mercoledì ed è risultata essere un’area interessante fra il 18 ed il 25 ottobre scorsi.

Diamo uno sguardo al cable, dove per le prossime ore potremmo ritrovare un livello alquanto interessante. Parliamo dell’area di resistenza compresa fra 1.6165 e 1.6180 rispettivamente indicata dal 61.8% di ritracciamento di Fibonacci, del movimento compreso fra 1.63 e 1.5950, e da precedenti massimi messi a segno la settimana scorsa.

Sembra partito per una rincorsa sino alla prima resistenza di 135, il cambio GbpJpy. Dopo il test dell’area chiave di supporto a 131 abbiamo assistito ad un ritorno dei prezzi al di sopra di quella trendline discendente di lungo che abbiamo utilizzato i giorni scorsi.
Sta compiendo un percorso in salita molto costante il cambio UsdChf. Rotto anche il livello indicato come resistenza importante a 0.9770 possiamo pensare che i prezzi potrebbero non subire più forti resistenze sino al test del precedente massimo relativo a 0.9970.

Utilizziamo 0.9810 come supporto di breve per sfruttare questa teoria.
Terminiamo con l’EurChf, dove anche in questo caso possiamo riconoscere un segnale di ripresa. Se osserviamo un grafico orario per esempio ci rendiamo conto come sia stato rotto il livello statico di resistenza a 1.3430 (dove c’è stata una coincidenza di una buona serie di massimi), lasciando presagire qualcosa di positivo per la moneta unica.

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