Timidi segnali dalla Fed

Nessun cambiamento di rotta anche per quanto riguarda il piano di QE2, che prevede un riacquisto di Treasury per 600 miliardi di dollari entro il prossimo giugno. Ciò che invece non potevamo valutare, anche a causa di un mercato del lavoro tuttora preoccupante, è la parziale“notizia” positiva giunta ieri insieme allo statement accompagnatorio.

La Fed nel complesso non ha variato le proprie considerazioni di fondo se non valutando “continua” la ripresa dell’economia a stelle e strisce. Certamente non molto passando da una produzione considerata “lenta” non più tardi del mese precedente, ma certamente un piccolo e timido segnale che ha scatenato già le scommesse degli analisti per prevedere quando avverrà la prima modifica dei tassi. La maggior parte del mercato non attende nulla sino almeno al secondo trimestre del 2011.

L’altra unica notizia degna di nota delle ultime ore è stata la pubblicazione nella notte, in Giappone, dell’indice Tankan, risultato per il quarto trimestre di fila migliore delle attese: l’indice relativo alle grandi imprese è salito infatti sino a 5, da 3 atteso, mentre la componente non manifatturiera dell’indice è risultata a 1 da 0 atteso. Come se non bastasse l’indagine volta a valutare la spesa di capitali dell’industria è risultata al 2.9%, il più alto livello registrato dal 2007. Ricordiamo che il Tankan, redatto dalla Bank of Japan stessa, è un misuratore generale dell’andamento economico del paese. Nonostante però una buona rilevazione non è stato notato nessun impatto drammatico sul mercato, con uno yen ampiamente nei range visti negli ultimi giorni.

EurUsd – grafico 240 min

Passiamo a dare uno sguardo a qualche tasso di cambio dal punto di vista grafico.
Iniziando dall’eurodollaro ci possiamo rendere conto come, successivamente alla riunione della Fed di ieri sera, il dollaro abbia approfittato per riprendere terreno nei confronti della moneta unica tornando sui valori di due giorni prima. Così facendo il cambio ci ha suggerito di prestare attenzione a due livelli precisi.

Il primo è rappresentato dalla resistenza in area 1.3470-90: in questo caso sono parecchi gli elementi che evidenziano questo come livello importante. Abbiamo una zona di congestione, con una buona serie di minimi del 17 novembre scorso, abbiamo poi, secondo noi a rafforzarne l’indicazione, il livello della prima percentuale di ritracciamento di Fibonacci che trova nel 38.2% del movimento ribassista iniziato a 1.4280 ad inizio novembre e conclusosi l’ultimo giorno dello stesso mese a 1.2970.

Il secondo livello che possiamo riconoscere è ovviamente un supporto e si tratta di 1.3320, massimo di giovedì della settimana scorsa, livello coincidente con la media mobile a 100 periodi sul grafico a 240 minuti che sino a qui abbiamo analizzato.
Se vediamo ora invece il cambio UsdJpy ci rendiamo conto quanto i movimenti nelle ultime settimane siano andati stabilizzandosi e come, forse ancora di più in questo  caso, i livelli da tenere in considerazione siano più chiari che mai.

Non possiamo non citare il livello di resistenza del cambio più universalmente riconosciuto degli ultimi mesi, 84.20-30. Come abbiamo più volte modo di vedere questa è l’area della quale aspettiamo una decisa rottura (ricordate la chiusura giornaliera al di sopra della media mobile esponenziale a 100 periodi, su grafico giornaliero) per vedere finalmente una ripresa di una tendenza favorevole al dollaro nel medio-lungo periodo.

Il secondo livello è suggerito dalla trendline rialzista che conduce la risalita del cambio dall’area di minimo vista a fine ottobre e che transita per le prossime ore nei pressi di 82.90, non distante quindi dal minimo fatto registrare ieri dai prezzi a 82.84. Essendo quella evidenziata un’area laterale in diminuzione, siamo portati a pensare che la rottura non possa tardare molto ad arrivare.

La rottura del cambio EurJpy di 111.60, due giorni fa, non ha portato alla ripresa rialzista attesa. Ciò che invece è risultato interessante è stato il successivo tentativo di rottura ieri mattina, nuovamente  a ribasso dei prezzi, a cui però l’area di congestione vista sopra si è opposta piuttosto bene. Le prossime evoluzioni del cambio necessariamente prendono in considerazione un’ulteriore tenuta di 111.60, livello quasi perfettamente coincidente con l’indicazione di breve fornita dalla linea di tendenza positiva che trae origine dal minimo di novembre a 108.35 e che sino ad ora ha seguito molto bene la risalita dei prezzi (un grafico orario è perfetto per notare questo trend molto pulito).

La ripresa del cable, iniziata proprio con l’inizio del mese, ha fallito il tentativo di ritorno stabile al di sopra dell’area di 1.59 figura (50% di ritracciamento del movimento ribassista da 1.63) incominciando così un calo che lo ha condotto sino a un’area di supporto interessante. Questa si trova a 1.5720 ed è indicata da due precedenti minimi: di giovedì e lunedì scorso.

Vediamo ora il cambio GbpJpy, dove i movimenti compiuti da ieri sera riportano alla nostra attenzione un’eraa di congestione osservata qualche settimana fa. Parliamo di 132.10 come area di resistenza nel breve e capace, qualora non fosse rotta, di ricondurre i prezzi a 131.30.
La parziale ripresa del dollaro evidenziata ieri sera, anche nei confronti del franco, non ha permesso di variare particolarmente la situazione.

In questo caso abbiamo assistito ad una ripresa di 60 punti rispetto ad una discesa di quasi 300 messa a segno il giorno prima. Lo spunto più interessante avuto dalla giornata di ieri è stato sicuramente il test “quasi” perfetto del precedente minimo di riferimento a 0.9550.
Passando invece a vedere la moneta unica, notiamo come anche in questo caso siamo in presenza di un forte movimento ribassista.

Nel caso specifico, EurChf quindi, ci troviamo ora a soli 30 punti dal minimo storico fatto registrare dal cambio l’8 settembre scorso. Trovandoci in presenza di un forte movimento ribassista, non possiamo che affidarci ad un eventuale completamento di una figura di doppio minimo per attenderci un’inversione, come da manuale dell’analisi tecnica.

Concludiamo con il cambio AudUsd dove sta avvenendo, proprio ora intorno alle 7 di questa mattina, quella che potrebbe essere un’interessante novità. La linea di tendenza positiva che stiamo utilizzando da qualche giorno, con origine a 0.9540 il primo giorno del mese, è alla prova di rottura  a 0.9915. Se questo dovesse avvenire definitivamente potrebbe rappresentare un segnale di inversione e primo cambiamento del trend in atto da due settimane fornendo così un primo livello obiettivo a 0.9835, passando ai successivi 0.9780 e 0.9721.

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