Colpo di reni della Sterlina

Il dato più importante rilasciato ieri ha riguardato senza dubbio la sterlina inglese, ed è stata la pubblicazione dell’inflazione. Per il mese di gennaio, il CPI annualizzato ha toccato il livello del 4%, ben al di sopra del target che dev’essere fatto rispettare dalla BoE (compreso tra il 2% ed il 3%). Sorprendentemente, sul dato, in perfetto allineamento con le attese del mercato, abbiamo assistito ad una forte price action ribassista, probabilmente per dei rumors circolati appena prima della pubblicazione, secondo i quali la rilevazione avrebbe potuta attestarsi tra il 4.2 ed il 4.4%.  La ripresa però non si è fatta attendere, in quanto le dichiarazioni riportate nella lettera che il governatore dell’istituto centrale è tenuto a scrivere al Governo, nel momento in cui ci si trovi al di sopra del limite massimo stabilito per le pressioni inflattive, lasciano poco spazio all’interpretazione. “L’inflazione potrebbe mantenersi al di sopra del target per molto tempo”. Questo il succo. Il fatto di avere ammesso questo pericolo, ha di fatto innalzato il numero di operatori che cominciano ad aspettarsi dei rialzi dei tassi durante l’anno e questo ha inevitabilmente fatto proliferare gli acquisti di sterline. Oggi alle 11.30 verrà rilasciato l’inflation report ed i toni che dovremmo sentire, dovrebbero confermare la view secondo la quale, anche qualche votante del board, potrebbe accodarsi ai due membri che la volta scorsa hanno votato per un rialzo dei tassi di rifinanziamento del sistema bancario. In pubblicazione anche gli importanti dati sulle richieste di sussidi di disoccupazione, attese in diminuzione di circa 3.000 unità. Per quanto concerna invece il dollaro americano, ieri sono state pubblicate le vendite al dettaglio relative al mese di gennaio, uscite inferiori alle aspettative (0.3% vs 0.5%). Questo dato purtroppo riflette una verità scomoda, che noi tutti sappiamo.

 


EurJpy – grafico 30 min

 

Sebbene gli ultimi dati sui jobless abbiano mostrato un forte miglioramento ed il tasso di disoccupazione sia sceso (se ricordate abbiamo anche analizzato un altro indicatore, l’Employment to population ratio, che a differenza dell’Unemployment Rate, che tiene conto del rapporto tra il numero di disoccupati e la forza lavoro – dove con forza lavoro si definiscono tutti coloro che sono attivamente alla ricerca di un posto, è calcolato come il numero di occupati in età lavorativa, diviso il numero totale di persone in attività lavorativa ed è cresciuto dello 0.1% in ognuno degli scorsi due mesi, facendoci capire che comunque qualcosa si sta muovendo), le spese dei consumatori non sono riuscite ad aumentare, facendoci comprendere come la situazione del mercato del lavoro sia ancora di forte difficoltà. Se nei prossimi due mesi le vendite al dettaglio non miglioreranno, questa latitanza di consumi privati andrà a pesare in maniera marcata sul GDP del 1 trimestre. Ultimo fatto, prima di passare alla consueta sezione di analisi tecnica, è il GDP tedesco tra ottobre e dicembre, che ha mostrato un timido miglioramento (comunque inferiore alle attese) dello 0.4%.Passiamo all’analisi tecnica incominciando dalla moneta unica nei confronti del dollaro, all’apparenza un cambio molto tranquillo.

A distanza di tre giorni dalla prima rottura a ribasso di 1.35 ci troviamo ancora su quest’area senza una direzione certa. Come già indicato, ci attendevamo certamente di più dalla rottura di un livello apparso da subito importante ed invece, come tutti abbiamo imparato a nostre spese, è il mercato che guida ed a noi non rimane che “arrangiarci” con quello che ci è messo a disposizione (non poco, a dire il vero, come vediamo subito). Osservando un grafico con un timeframe orario, o anche inferiore, infatti si riesce a distinguere con precisione la conformazione assunta dai prezzi nelle ultime ore: parliamo infatti di un preciso triangolo al termine di una tendenza ribassista. L’idea quindi è di prestare la massima attenzione ai due livelli suggeriti dalle due trendline convergenti: per la precisione 1.35 come supporto e 1.3545 come resistenza. Dato il range particolarmente ristretto non crediamo che una rottura definitiva tardi ad arrivare: consideriamo però che la figura sarà effettivamente confermata con una rottura a ribasso del supporto, che in questo caso avrà come obiettivo almeno 200 punti a ribasso (secondo l’analisi tecnica).

Anche il cambio UsdJpy appare in un momento di indecisione, seppur in questo caso la rottura, di 83.20, sia già avvenuta e sia stata confermata dai successivi movimenti. Continuiamo a guardare a 83 come supporto a questo scenario rialzista, con primo obiettivo a 84.40 e successiva possibile estensione sino a 85.90.

Continua a risultare molto interessante e soprattutto precisa, la tendenza in salita del cambio EurJpy. La linea di tendenza positiva che permette di osservare questo, per le prossime ore, transita a 112.50 (quasi coincidente quindi con l’area  112.70 che osserviamo come livello di cambiamento del trend da giorni), suggerendo quale livello di supporto sia possibile utilizzare per continuare a seguirla: il primo obiettivo di breve risulta a 113.40 (doppio massimo coincidente con settimana scorsa) ed è stato raggiunto ieri.

Il cable ha confermato la rottura della bandiera evidenziata ieri con un ottimo aumento della volatilità, completando una salita di più di una figura in qualche ora. L’idea è che il cambio possa mostrare ancora qualcosa di più con la rottura dell’area di congestione a 1.6170, dove con una tolleranza di 10 punti troviamo almeno quattro massimi dei primi dieci giorni di febbraio.

La forza della sterlina ieri ha permesso al cambio EurGbp di rompere quello che sino a prima della pubblicazione del dato era risultato un doppio minimo, 0.84. Questo ha potenzialmente riaperto la strada per un ritorno della sterlina a rafforzarsi in direzione dell’importante area di supporto del cambio a 0.8340.

Anche il cambio GbpJpy ha beneficiato della ripresa di forza della moneta di Sua Maestà, andando ad oltrepassare di una figura precisa il livello di massimo precedente a 134.20, coincidente peraltro con un doppio massimo di novembre scorso. La linea di tendenza che guida la salita da inizio anno è ora lontana e non utilizzabile nell’immediato: transita per le prossime ore a 132.50 e va comunque tenuta in considerazione data la capacità della sterlina di compiere rapide inversioni dopo che la via sembra essere intrapresa.

Continua la ripresa di forza del franco svizzero che, soprattutto nei confronti della moneta unica, è andato a impensierire una tendenza costante da più di un mese a questa parte. È avvenuta infatti, ieri pomeriggio, la rottura di quel livello di supporto a 1.3060 (dinamico e statico assieme) che potrebbe ora innescare un movimento ancora più profondo a favore della moneta elvetica. Stabilito il trend primario rotto ieri è possibile ipotizzare un primo livello obiettivo di supporto, grazie alle percentuali di Fibonacci, nei pressi di 1.29 figura. Un rapido ritorno al di sopra di 1.3060 negherebbe lo scenario ribassista.

Terminiamo con il cambio UsdChf che continua a mostrare una correzione successivamente al test del doppio massimo a 0.9780. A 0.96 potrebbe trovarsi il più importante livello di supporto suggerito da una coincidenza di massimi in fase di salita e dal transito della media di lungo su un grafico a 4 ore.

 


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