Il downgrade di S&P coglie di sorpresa i mercati

di Jim Leaviss, Head of Retail Fixed Interest at M&G

Standard & Poor’s ha annunciato venerdì notte il taglio del rating americano da AAA a AA+, un downgrade che riguarda il mercato da 9mila miliardi di dollari dei Treasury e pone il Paese sotto un outlook negativo. È probabile un nuovo declassamento se non vi saranno tagli alla spesa, o se si verificherà un ulteriore deterioramento delle previsioni economiche. Il mercato sembra essere stato colto di sorpresa dal downgrade di S&P ma, a nostro parere, i dati mostrano che già da qualche tempo gli Stati Uniti non erano più un’economia da tripla A.

Per contestualizzare questo downgrade, il default rate per crediti AA+ è intorno allo 0,1% su un periodo di dieci anni, quindi non significa che gli Stati Uniti sono sull’orlo di un default imminente. Tuttavia, c’è ora un insieme molto più ristretto di asset tripla A che gli investitori possono acquistare, dal momento che le obbligazioni governative americane costituivano fino a venerdì circa il 55% del mercato tripla A mondiale.

La perdita del rating tripla A non significa necessariamente un impatto sullo yield per le obbligazioni – ad esempio, il Giappone ha perso il rating tripla A ma lo yield si mantiene a livelli estremamente bassi. Il declassamento americano non ha causato forti reazioni nello yield dei Treasury – yield americani a 10 anni erano scambiati 7 punti base più bassi qualche ora fa. S&P ha mantenuto stabile l’outlook di breve termine sul il credito americano, pertanto è improbabile che i fondi monetari si vedano costretti a vendere i Treasury. Il livello di capitale che le banche hanno bisogno di mantenere non cambia.

La Banca Centrale Europea (BCE) ha annunciato ieri notte che il security market program (il piano di acquisti di bond governativi) sarà utilizzato in modo più deciso e oggi ha acquistato grandi quantità di obbligazioni italiane e spagnole. Questo ha causato una forte corsa a questi asset, con yield a dieci anni più bassi di 70/80 punti base. Anche i CDS sono scesi in modo significativo.

Quattro anni dopo il primo intervento della BCE sui mercati finanziari, riteniamo che la crisi del credito non si sia mai fermata, e che gli interventi recenti siano solo un altro modo per non affrontare il problema. Per i gestori di fondi, questo significa che l’analisi del credito è ora altrettanto importante per le obbligazioni governative quanto lo è per le obbligazioni corporate. Le tensioni del 2008 stanno riemergendo e i tassi dei prestiti interbancari sono aumentati, poiché di nuovo le banche non si fidano l’una dell’altra. Il risultato è che non effettuano prestiti, lasciando ancora una volta tutto sulle spalle delle banche centrali. C’è la possibilità che la crisi porterà al declino della crescita economica nel futuro prossimo.

Come abbiamo già ricordato in precedenza, il Team Retail Fixed Interest di M&G mantiene un’esposizione minima sul debito sovrano dei Paesi periferici dell’Eurozona, proprio per le preoccupazioni dei gestori riguardo a un possibile default. Abbiamo aggiunto attivamente esposizione ai governi tripla A quali le obbligazioni sovrane di Regno Unito, Germania e Norvegia. Inoltre, i nostri fondi obbligazionari restano sottopesati sui finanziari rispetto al benchmark e, riteniamo, rispetto a molti nostri simili, poiché i nostri gestori mantengono in generale una view negativa sulle banche. La nostra esposizione sui finanziari tende a essere su quelle aziende che rivestono una grande importanza per il sistema e che non hanno usufruito di assistenza da parte dello Stato.

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