Tecnologico sì, ma di alta qualità

Che i titoli del settore tecnologico siano difensivi lo dimostra, secondo Henderson Global Investors, l’indice Msci Ac World Technology. Il quale sì ha registrato un calo durante la recente crisi dei mercati, ma è sceso meno rispetto all’Msci World Index, indice di riferimento dell’azionario globale. Le caratteristiche difensive riguardano soprattutto le società a larga capitalizzazione e di alta qualità. Un crollo verticale ha invece travolto i titoli a piccola e media capitalizzazione.
“Il problema”, scrivono gli esperti, “deriva dal fatto che molti di questi titoli, tradizionalmente in crescita e scambiati su valutazioni alte, hanno a malapena raggiunto – o hanno mancato – i loro soliti risultati, indicando come causa primaria la congiuntura economica”. Il punto, sempre secondo Henderson Global Investors, è che “questi titoli sono stati valutati a un prezzo tale che implicava che avrebbero soddisfatto e superato le attese relative agli utili” e “la spiegazione fornita agli investitori da queste società è stata di essere insensibili alle fluttuazioni del mercato”.
Ammettere ora che l’economia in realtà ha un impatto sulle loro attività, continua Henderson Global Investors, cambia lo scenario in modo significativo, tanto che è ora in corso un processo di revisione del giudizio che vedrà il passaggio a una valutazione simile a quella dei titoli ciclici. Un processo, dicono ancora gli esperti nella nota, “decisamente doloroso”.
E mentre emerge il valore di certi selezionati titoli, “crediamo che sarà molto difficile per quelli che avevano precedentemente ricevuto una valutazione alta tornare ai multipli a cui venivano negoziati precedentemente, ora che si è rivelata la vera natura di queste società. Riteniamo”, aggiungono gli specialisti di Henderson, “che difficilmente si assisterà a una replica della sovraperformance quasi senza precedenti che ha interessato i titoli tech small/mid cap nel 2009 e nel 2010”.
Quindi, cosa fare? Henderson Global Investors risponde così: “Noi continueremo a focalizzare il portafoglio prevalentemente su società con forti barriere d’ingresso, bilanci solidi e valutazioni ragionevoli”. Nessun nome, però. Gli esperti piuttosto insistono: “pur ammettendo che ci sono alcuni titoli interessanti con crescita a lungo termine, quelli interamente immuni sono molto rari. Pertanto, manterremo una ragionevole equilibrio fino a che non vedremo segni di una qualche soluzione credibile all’attuale clima economico”.
In conclusione, “crediamo fermamente che il settore tecnologico presenti opportunità interessanti in grado di premiare gli investitori azionari disposti al rischio, con il mercato in crescita o in calo”. Questo perché “alcuni titoli con crescita a lungo termine saranno meno esposti a eventuali scenari economici negativi (seppur non immuni), i bilanci sono in genere molto sani, molti titoli tecnologici registrano un flusso continuo di profitti, molte società dispongono di modelli di business flessibili nel medio termine, esiste una domanda repressa a causa dei sotto-investimenti sulla scia della bolla tecnologia” e, infine, “sono in corso mutamenti demografici, con la popolazione mondiale sempre più giovane, che fanno gradualmente deviare la spesa al consumo maggiormente verso il comparto tecnologico”.

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