La prima edizione del workshop Ambrosetti, lo ricordava un anno fa in un articolo sul Corriere della Sera Sergio Bocconi, si svolse nella calda estate del 1975. Sì, in estate. A luglio. Partecipanti: quattordici. Si decise di replicare l’incontro, anno dopo anno, spostando però l’appuntamento avanti di qualche settimana: non più in piena stagione ma verso l’autunno, ai primi di settembre, quando si ritorna agli affanni del lavoro e le aziende riprendono a girare a pieno ritmo.
Quest’anno – l’edizione del seminario è la numero trentasette – gli affanni sono rimasti là, nella testa di tutti, in quel punto in cui nei tempi di crisi ci si chiede: e adesso? Il workshop 2011 – inizia venerdì 2 settembre, si chiude domenica 4 – si inserisce in un periodo in cui le tensioni del debito sono esplose con gli attacchi speculativi all’Europa: prima l’Italia, poi – per poco – la Francia, poi – forse – la Germania. Si parlerà di economia, di sviluppi nell’area del Mediterraneo, di scienza e tecnologia, di Italia nel quadro globale.
Tra i relatori, Joaquin Almunia, José Maria Aznar, il capo della Banca centrale d’Inghilterra Mervyn King, Emma Marcegaglia, Mario Monti, il commissario Ue per gli Affari economici e monetari Olli Rehn, Nouriel Roubini e il ministro Giulio Tremonti. Solo per citarne alcuni.