L’azionario piace meno: le case di investimento riducono le posizioni

Gli investitori globali hanno ridotto le posizioni in azioni nei portafogli al di sotto del 50% accumulando liquidità in agosto, mese che si è rivelato il peggiore per i mercati azionari dal 1998. Lo riporta uno studio diffuso dall’agenzia di stampa Reuters. Aumentata l’esposizione sui bond in America del Nord, in Gran Bretagna e, anche se in misura minore, nella zona euro, dove la Germania è ancora vista come un porto sicuro.

Dal sondaggio condotto dalla Reuters tra cinquantasette primarie case di investimento negli Stati Uniti, in Europa, in Giappone e in Gran Bretagna, emerge una posizione media in azioni in un portafoglio bilanciato o modello in calo al 49,2%, il livello più basso dal febbraio 2009, quando è stato introdotto l’attuale questionario.

La lettura di luglio era di 52,2%. La parte in bond è salita in agosto a 36,1% da 35,3%, quella cash – prediletta dagli investitori in tempi di crisi – a 5,8% da 4,5%. Decisioni che riflettono prudenza e una certa avversione al rischio di fronte a segnali di peggioramento dell’economia globale. “Mentre ci attendevamo un ‘rallentamento morbido’ in termini di dati economici nel periodo estivo, la debolezza evidente in numerose statistiche macroeconomiche si è dimostrata più grave di quanto avessero previsto gli attori del mercato”, osserva Paul Amer, investment manager di Insight Investment.

L’indice azionario globale, uno dei più rappresentativi delle Borse del mondo, ha perso circa il 7,75% in agosto, il peggior andamento mensile da maggio dello scorso anno e il mese di agosto più brutto dal 1998, quando era crollato di oltre 14% durante la crisi debitoria russa.

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