Robertson (Aviva Investors) commenta le decisioni sui tassi di BoE e Bce

Stewart Robertson, Senior Economist di Aviva Investor, commenta le decisioni di Bce e BoE, che ieri hanno annunciato di non aver toccato i tassi d’interesse.

Bce

“Il presidente della BCE Jean-Claude Trichet ha leggermente moderato i toni, preparando il terreno per un approccio più soft da parte della BCE per i prossimi mesi. Dal momento che la BCE abbracciava una linea rialzista solo un paio di mesi fa, ha dovuto giustamente ritornare in fretta sui propri passi di fronte ai dati economici deludenti e alla severa crisi dei mercati finanziari. Come sempre, la linea della BCE è stata presentata alla luce dei trend inflazionistici. E’ interessante notare invece il cambio della valutazione data alla crescita, che ora presenta rischi al ribasso mentre lo scorso mese era valutata come  “ampliamente equilibrata”.

“Ulteriori rialzi dei tassi sembrano ora fuori discussione e i mercati hanno iniziato a scontare le previsioni di una diminuzione dei tassi di interesse per il prossimo anno, un’eventualità auspicabile, che rappresenterebbe però un imbarazzante cambio di politica da parte della BCE. L’imminente cambio della presidenza potrebbe offrire la scusa per un tale ripensamento, ma  è poco probabile che questa scusa venga utilizzata dal momento che non si vorrebbe dare l’impressione che un italiano al vertice della BCE abbia un approccio morbido rispetto all’inflazione”.

BoE
“Sarà interessante verificare dai verbali se qualcuno ha seguito Adam Posen (membro del comitato sulla politica monetaria della Bank of England) nel votare per un innalzamento del piano di quantitative easing. E’ verosimile che qualcuno lo abbia fatto. In un contesto caratterizzato da dati economici ancora molto deboli e dalla mancanza di volontà da parte della BoE di affrontare un’inflazione già elevata e in crescita, decisioni di politica monetaria non convenzionali sarebbero appropriate e non desterebbero grande sorpresa. Queste decisioni potrebbero essere prese a novembre, quando la Banca diffonderà il report trimestrale sull’inflazione, un’occasione per giustificare qualsiasi cambiamento di politica monetaria”.

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