Giro d’Italia delle reti, Emilia Romagna: una regione con pochi stranieri

Sono 5.885 i promotori finanziari che l’Albo nazionale segnala come residenti in Emilia Romagna, ma di questi meno del 60% (3.502 in tutto) ha un regolare mandato, mentre oltre il 40% per ora non risulta legato ad alcun intermediario. A guidare la classifica delle reti più presenti in regione è ancora una volta Banca Mediolanum, con 471 promotori, davanti a Banca Fideuram (324 uomini) e Allianz Bank (253 professionisti). Alle loro spalle, UniCredit (231 uomini) chiude l’elenco delle reti con oltre duecento promotori, una soglia cui Banca Generali (182 uomini) e Credem (178 professionisti) restano molto vicini.

Se però consideriamo i gruppi di riferimento e non le singole insegne, allora Intesa Sanpaolo (che può schierare oltre a Fideuram anche gli uomini di Sanpaolo Invest e Private Banking, di Carisbo, Banca Sara e Cari Forlì) prende la testa della classifica con 569 promotori finanziari, davanti a Mediolanum, mentre UniCredit si porta – con 396 professionisti, tra cui quelli di Fineco Bank – immediatamente alle sue spalle, staccando di una sessantina di promotori il gruppo Generali, che tra Banca Generali e Singenia schiera in regione 332 uomini.

Più staccato il gruppo Credito Emiliano (208 promotori contando anche una trentina di uomini di Banca Euromobiliare), mentre a chiudere la “top ten” sono il Monte dei Paschi, con 135 uomini, il gruppo Azimut (che con anche AZ Investimenti arriva a 131 professionisti), Unipol Banca (115 mandati), Finanza & Futuro (ossia il gruppo Deutsche Bank, 96 uomini in tutto) e il gruppo Cari Ravenna (che controlla anche la Banca di Imola e il Banco di Lucca e del Tirreno), con sessantasei mandati attivi. Un mercato dunque abbastanza concentrato, ma in cui hanno spazio anche reti di media dimensione, come conferma il fatto che alle prime dieci reti facciano parte meno del 64% del totale dei promotori con mandato presenti in Emilia Romagna, mentre se si considerano le prime venti sigle si arriva a sfiorare l’83%, sintomo appunto di una ricca pattuglia di “pesi medi” pronti a contendere fette di mercato ai “big” nazionali.

Non mancano neppure i “nomi eccellenti” tipicamente legati a servizi di private banking, tra cui il gruppo Banco Popolare (61 professionisti), Banca Network Investimenti (48 uomini), Popolare di Bari (che anche con gli uomini di Consultinvest arriva a 40 promotori), Ubi Banca (con una trentina di promotori sotto varie casacche) e Veneto Banca (25 mandati in tutto), oltre alle più piccole Apogeo Consulting (21 promotori), Ersel e Banca Leonardo (per entrambe 12 uomini), Albertini Syz (9 mandati), Copernico Sim (8 promotori), Banca Esperia (6 uomini) e Banca Sella (5 mandati). Un’occhiata infine alle reti “estere”: a parte il gruppo Deutsche Bank, già presente in forze attraverso in particolare Finanza & Futuro Banca, si tratta di una presenza abbastanza discreta. Il Credit Agricole, attraverso la Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza, dispone di 32 uomini. Groupama e Credit Suisse hanno una dozzina di promotori ciascuna, Ubs ne schiera nove, Bnp Paribas è ferma a otto, attraverso la controllata Bnl. In tutto, meno del 5 per cento dei promotori attivi in Emilia Romagna, che dunque si dimostra una regione, si può dire, “arci italiana”.

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