NEI PROSSIMI 3 MESI ATTESO RIMBALZO – Immediata anche sui social network la polemica tra chi sottolinea come sul dato non sembrino aver in alcun modo influito le promesse del neopresidente Usa, Donald Trump, di “rendere nuovamente grande” l’America e chi come Jason Furman (a capo del Council of economic advisor sotto Barack Obama) tranquillizza notando che “se il Pil del secondo trimestre dovesse mostrare una crescita annualizzata del 3,8% (o qualcosa meglio)” come ci si attende, il primo semestre del 2017 “sarà ancora una volta normale”.
STIMOLI FISCALI ANCORA DA MANIFESTARSI – Anche Nancy Curtin, Chief investment officer di Close Brothers Asset Management, nota che finora non si sono ancora materializzati “gli attesi stimoli fiscali da parte di Trump” i cui effetti potranno semmai iniziare ad avvertirsi a fine anno o agli inizi del 2018 e nota che mentre il dato ha deluso gli investitori, i numeri dell’inflazione sono piuttosto solidi, con prezzi al consumo saliti del 2,6% annuo nei primi tre mesi del 2018, contro il +2% registrato nell’ultimo trimestre del 2016.