Trevi verso la conversione in azioni del prestito

Il consiglio di amministrazione di Trevi–Finanziaria Industriale Spa ha deliberato di avvalersi dell’opzione di redemption by share settlement come previsto nel contratto di finanziamento avente come controparte Intesa Sanpaolo e nel regolamento del prestito convertibile indiretto da 70 milioni di euro emesso in data 30 novembre 2006 da Sanpaolo Imi Bank Ireland e convertibile in azioni di Trevi-Finanziaria Industriale Spa.

Il numero di azioni di nuova emissione di Trevi-Finanziaria Industriale Spa, da consegnarsi agli obbligazionisti alla scadenza del predetto prestito convertibile indiretto, ovvero in data 30 novembre 2011, è pari a un massimo di 6.194.690. Il valore delle azioni di nuova emissione sarà determinato sulla base della media aritmetica del prezzo ufficiale del titolo sottostante nei 30 giorni di Borsa precedenti il terzultimo giorno di Borsa antecedente il 30 novembre 2011.

Il differenziale tra il valore nominale totale del prestito convertibile indiretto e il valore complessivo delle azioni di nuova emissione (determinato come esplicitato al paragrafo precedente) sarà regolato per cassa sotto forma di cash adjustment pagato ai bondholders.

“La decisione di esercitare la predetta opzione”, ha affermato Davide Trevisani in qualità di presidente del cda, “si inserisce logicamente nel percorso di sviluppo, di crescita e di creazione di valore del gruppo. Il cda ha infatti deliberato all’unanimità di procedere in questa direzione per due principali ordini di motivazioni. La prima consiste nel fatto che le risorse raccolte potranno essere utilizzate al fine di cogliere delle opportunità di crescita, tanto per linee interne quanto per linee esterne, che il gruppo intravede in particolare in alcuni mercati in cui oggi non è presente. La seconda consiste nel fatto che, nell’attuale contesto di mercato, la solidità patrimoniale e finanziaria rappresenta un fattore distintivo ancora più determinante rispetto al passato nel consentire lo sviluppo futuro. Peraltro la decisione di avvalerci dell’opzione di redemption by share settlement è assolutamente in linea con quanto ribadito più volte dal gruppo alla comunità finanziaria e con quanto già recepito nei principali brokers reports a partire dal 30 novembre 2006”.

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