L’insostenibile leggerezza delle banche europee

L’analisi settimanale rivolta agli investitori, condotta da AcomeA SGR, disponibile per tutti gli utenti tramite l’iscrizione alla newsletter gratuita, evidenzia le ragioni del fallimento controllato di Dexia.

“Lo scorso 15 luglio la Banca Centrale Europea ha reso pubblici i risultati delle verifiche sulla solvibilità (cosiddetti stress test) delle 90 principali banche europee”, queste le parole di Alberto Foà, Presidente di AcomeA SGR.
 
Nel complesso i dati hanno evidenziato una buona salute del settore, tuttavia da metà luglio ad oggi il premio per rischio degli istituti è fortemente aumentato. Dexia in base agli stress test era una delle banche più solide, come indicato dal coefficiente CT1 ratio del 12,2% (più il valore del core tier 1 è elevato e maggiore è la solidità patrimoniale dell’istituto), rispetto al 7,1% del Banco di Santander, al 10% di Barclays, al 9,6% di ING, al 7,8% di UniCredit.

Tuttavia dall’inizio di ottobre è in atto un piano di salvataggio di Dexia da parte dei governi di Belgio, Francia e Lussemburgo.

L’attività della banca belga è incentrata sul prendere a prestito liquidità, tramite il mercato interbancario (ovvero da altre banche) ed emissioni di obbligazioni, per investire in attività finanziarie e nella concessione di prestiti ad imprese private ed enti pubblici.

Qual era la situazione di Dexia?
La banca operava con una leva superiore a 60 volte il capitale proprio, ovvero per 1 Euro di capitale aveva oltre 60 Euro investiti. La maggior parte delle banche italiane utilizza una leva di 10/15 volte il capitale, inferiore alla media europea.
Nel dettaglio, a inizio ottobre, i prestiti ammontavano a 253 volte i deposti, l’esposizione ai titoli di stato dell’Europa cosiddetta periferica, ovvero maggiormente a rischio, erano pari all’82 per cento del capitale.
 
Inoltre Dexia finanziava gli investimenti a lungo termine con un indebitamento a breve termine.
Cosa non ha funzionato?
1) L’elevata esposizione ai titoli del debito pubblico dell’Europa periferica ha comportato perdite sugli investimenti, impattando significativamente l’attivo
2) Il mercato interbancario e quello obbligazionario hanno iniziato a chiedere un interesse maggiore per prestare soldi a Dexia
3) La banca ha avuto problemi nella raccolta di capitali a breve termine ed i governi stanno pianificando un intervenuto a sostegno
Quali lezioni trarre dalla vicenda Dexia?
In primo luogo non sempre vi è la massima trasparenza sui dati comunicati. Sugli stress test, ad esempio, non sono completamente chiare le modalità di calcolo e queste divergono da quelle adottate negli Stati Unti.
 
Inoltre, come spiega Matteo Serio, Direttore Commerciale di AcomeA SGR, “consapevolezza del rischio e diversificazione sono elementi fondamentali”. Non esistono investimenti completamente sicuri. Alcuni prodotti, come ad esempio i conti deposito, non sempre scontano le probabilità di peggioramento di una banca, come avviene invece nel mercato obbligazionario attraverso un aumento del rendimento, “tematiche che approfondiremo nel corso del nostro prossimo Webinar online gratuito, giovedì 27 ottobre alle ore 11″, conclude Roberto Brasca, Vicepresidente di AcomeA SGR.
 

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