Milano sprofonda con Intesa -16%, vola spread Btp-Bund

La decisione di Papandreou di indire un referendum popolare sulle misure di austerity legate al nuovo piano di aiuti alla Grecia manda in tilt i listini del vecchio continente e fa temere un effetto-contagio per Spagna e Italia. Così a fine giornata a Piazza Affari l’indice Ftse Italia All-Share crolla sui 15.798,69 punti (-6,13%), mentre l’Ftse Mib cade a quota 14.928,24 (-6,80%) e l’Ftse Italia Star limita i danni come può in area 9.682,40 (-3,93%).

Tra i più bersagliati dalle vendite vi sono ancora una volta i titoli finanziari, che devono ora affrontare il rischio concreto di un default di Atene che potrebbe rivelarsi più pesante di un “haircut” al 50% dei rimborsi dei titoli di stato greci, come ipotizzato solo la scorsa settimana. A fine giornata i peggiori sono Intesa Sanpaolo (-15,8%), UniCredit (-12,44%), Fondiaria-Sai (-11,50%), Mps (-10,20% e nuovo minimo storico) e Fiat (-9,46%), che come soffre le incertezze sulla tenuta del quadro macroeconomico e quindi dei target per il 2012 del gruppo, mentre nessuna blue chip riesce a mantenersi sui livelli della vigilia.

Sempre tra i finanziari perdono ampiamente quota anche Banco Popolare (-8,98% ed anche in questo caso nuovo minimo storico), Bpm (-7,81%), Ubi Banca (-6,81%) e Mediobanca (-4,86%), con Azimut in rosso dell’8,41% e Mediolanum che ha chiuso a -5,64%, mentre tra gli altri titoli del gruppo Agnelli Fiat Industrial termina a -5,95% ed Exor a -7,42%, nonostante in giornata Chrysler abbia diramato i dati di vendita di settembre che hanno visto un incremento del 27% (consensus: +28%) su base annua delle immatricolazioni a 114.512 veicoli. Si tratta del miglior risultato ottenuto dall’ottobre del 2007, trainato dall’andamento del settore retail (che ha segnato in rialzo del 40% annuo).

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