Rete in città, il cielo è grigio sopra la Trinacria

Cattive notizie per Palermo e la Sicilia: secondo le analisi della Banca d’Italia nel corso del primo semestre dell’anno quei segnali di ripresa dell’economia emersi nel 2010 “hanno perso gradualmente di intensità e il quadro congiunturale si è nuovamente indebolito”. Nonostante i risultati economici delle imprese industriali siciliane siano lievemente migliorati rispetto allo scorso anno, grazie anche all’andamento positivo delle esportazioni, le attese degli operatori “rimangono improntate al pessimismo per l’incertezza legata alle difficoltà economiche generali”.

Se la crisi rende incerti gli imprenditori del settore industriale, le imprese delle costruzioni hanno continuato a risentire di un fase congiunturale difficile, registrando un’ulteriore contrazione dell’occupazione e delle ore lavorate, mentre pure nel comparto dei servizi l’attività è rimasta complessivamente debole, con qualche segnale positivo che si è manifestato solo nel settore turistico. Se non altro l’occupazione è tornata a crescere, anche se a ritmi contenuti, e il tasso di disoccupazione si è ridotto, nota Bankitalia, mentre in ambito creditizio l’espansione dei prestiti bancari all’economia risultava ancora a giugno in linea con quella della fine del 2010.

Successivamente, tuttavia, “il credito ha rallentato” riflettendo da un lato la debolezza della domanda di finanziamenti del settore privato, dall’altro l’orientamento ancora prudente delle politiche di offerta degli intermediari. Nel frattempo hanno continuato a crescere le posizioni debitorie delle imprese che presentano difficoltà di rimborso, mentre l’accumulazione dei depositi bancari è rimasta debole. Ancora meno brillante il finanziamento alle famiglie: a giugno la crescita dei finanziamenti complessivamente erogati alle famiglie siciliane dalle banche e dalle società finanziarie è scesa al 3,6% dal 3,8% della fine del 2010, a causa di un rallentamento dei prestiti bancari diversi dai mutui.
Per questi ultimi il tasso di crescita è rimasto invece stabile al 4,9% annuo; quanto alla tipologia, ai siciliani i mutui piacciono quasi esclusivamente a tasso variabile (che nel secondo trimestre dell’anno hanno superato l’80% delle erogazioni), anche grazie ad un aumento del costo di questi contratti meno accentuato rispetto a quelli a tasso fisso.

Il credito al consumo è aumentato dell’1,3% (da +1,1% a fine 2010), grazie soprattutto ai prestiti delle società finanziarie (+2,5%), mentre quelli concessi dalle banche, nota Via Nazionale, hanno pressoché ristagnato (+0,3%). Anche per il settore del credito si prevedeva tuttavia un rallentamento dell’attività nel secondo semestre dell’anno. Quanto al risparmio, alla fine del primo semestre i depositi bancari detenuti complessivamente dalle famiglie e dalle imprese residenti in Sicilia risultavano “pressoché invariati” rispetto a un anno prima: al calo delle disponibilità liquide detenute sotto forma di conti correnti (- 1,3%) ha fatto da contraltare una crescita delle altre forme tecniche. La remunerazione media dei conti correnti è lievemente cresciuta: alla fine del secondo trimestre, segnalano gli esperti della Banca d’Italia, il tasso di interesse è salito allo 0,4% dallo 0,3% di dicembre. Tra le forme d’investimento, a giugno le obbligazioni bancarie (valutate a prezzi di mercato) apparivano in crescita del 5,1% e la loro incidenza sul totale della raccolta bancaria era pari al 18,6%; tra le altre forme di investimento, nota infine Bankitalia, “si è rafforzata la crescita dei titoli di Stato e delle azioni mentre il valore delle quote degli Organismi di investimento collettivo del risparmio (Oicr) è aumentato a ritmi più moderati rispetto alla fine del 2010. Gli investimenti in titoli obbligazionari non emessi da intermediari bancari si sono invece ridotti del 4,4%.

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