Mercato dormiente o potenzialmente esplosivo?

Siamo a metà settimana ed i mercati hanno a disposizione 3 giorni per mettere a segno qualche movimento oppure per continuare a rimanere costretto all’interno di aree molto strette, come sta accadendo da Natale. Qualche movimento ci arriva ieri dalle borse, dove abbiamo avuto chiusure sia in territorio positivo, sia in territorio negativo e dalle commodities, ma sul fronte valutario, tutto tace e se consideriamo la pochissima liquidità presente sui mercati, questa può essere anche considerata la famosa quiete prima della tempesta.

Risulta veramente difficile, siamo onesti, effettuare una previsione direzionale per le ultime sessioni di trading di quest’anno, ma il mercato ci sta restituendo dei valori di attenzione che possono aiutarci molto, sia in caso di evoluzioni rialziste, sia in caso di rotture ribassiste. Il territorio più pericoloso sembra quello esplorato dal petrolio WTI, che dopo aver rotto definitivamente quota 100 dollari/barile si è portato sopra quota 101 e sta ora consolidando sopra questo livello che assume il ruolo di supporto di breve periodo. Si sono altresì creati dei massimi decrescenti e soltanto la rottura a rialzo di 101.70 potrebbe far pensare ad una price action ulteriormente rialzista, con obiettivo che può anche arrivare a step a 102.50 e 103.30.

La rottura a ribasso di 101.00 aprirebbe le porte ad una discesa nell’ordine di grandezza di una figura, ma crediamo che questo livello possa essere difeso dal mercato. Abbiamo questa idea poiché il movimento a rialzo del petrolio non è stato seguito dall’oro, che dall’inizio della settimana di Natale in poi, ha mostrato delle debolezze per quanto concerne la correlazione con il WTI, che fino ad allora (a parte un paio di eccezioni isolate) era stata quasi perfettamente direttamente proporzionale. Ieri abbiamo assistito a quello che ipotizzavamo dal raggiungimento di quota 100, ovvero al giro di posizioni da lunghe gold a lunghe WTI, facendo sì che si rompessero le resistenze sul petrolio, mentre l’oro scendesse, sulle sue di resistenze. Qui abbiamo abbandonato quota 1.600,00 e si sta facendo base sopra 1.585,00, livello di attenzione per la giornata odierna. Dovesse questo non tenere, si aprirebbero le strade verso 1.575,00, mentre 1.600,00 risulta chiaramente essere il livello di resistenza più importante, raggiungibile alla rottura di 1.595,00.

Per quanto riguarda il fronte valutario, cominciamo la nostra sezione tecnica notando come non sia presente una grande variazione rispetto a quanto visto negli ultimi giorni. Il cambio eurodollaro, rappresentativo della situazione di attesa che sta vivendo il mercato, non si riesce ad allontanare dal range ricordato anche ieri. Troviamo uno spunto di supporto a 1.2950 (minimo di due settimane fa) così come possiamo individuare un forte livello di resistenza posizionato in area 1.32 (indicato dalla trendline negativa che insiste sul cambio da inizio novembre e confermata dai più recenti picchi di volatilità a rialzo e ribasso). Passando ad osservare il cambio più nel breve, nell’ultima settimana, ci si rende conto della diminuzione del range giornaliero con una formazione di una sorta di figura a triangolo che trova in 1.3050 e 1.3080 i due livelli di attenzione per anticipare una ripresa della volatilità.

Anche sul cambio UsdJpy è possibile riconoscere un andamento laterale atipico, seppur particolarmente duraturo. In questo caso consideriamo interessante il livello suggerito a 77.65 dal transito della trendline rialzista così come dal transito della media di lungo (200 SMA) su grafico orario. Il livello di rottura rialzista si trova ancora nei pressi di 78.25. Il cambio EurJpy, come visto ieri, trova un supporto alla fase laterale delle ultime due settimane a 101 figura, così come trova resistenza a 102.50 grazie al massimo raggiunto mercoledì di settimana passata, coincidente con il minimo toccato un mese prima (il 25 novembre).

Osserviamo ora il cable che, dopo la salita di ieri, consolida nei pressi di 1.5650. Proprio su questo livello è possibile distinguere il primo supporto valido per il breve, mentre quello più di lungo si trova a 1.5625 ed è indicato dalla trendline positiva che da metà dicembre sostiene il cambio e che coincide con il transito della media mobile di lungo (200) su grafico orario. Tornando ad osservare il breve, per un istante, è possibile scorgere un’area di resistenza a 1.5675. Il cambio EurChf, ha confermato di nuovo nelle ultime ore quanto sia considerato il livello di supporto che si trova a 1.22: proprio qualche minuto fa abbiamo assistito al decimo tentativo di rottura a ribasso, dal 21 dicembre, su grafico orario. Se la rottura dovesse avvenire potremmo assistere ad un movimento di breakout con obiettivo primario a 1.2160. Concludiamo con il cambio AudUsd potendo, anche in questo caso, indicare due livelli di possibile breakout. Troviamo  1.0180, come resistenza, e 1.0130 come supporto.

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