Sciabolate sui rating: il forex apre in gap

Si prospetta un’altra settimana molto volatile sui mercati, soprattutto dopo la comunicazione da parte dell’agenzia di rating Standard&Poors a mercati chiusi venerdì sera del taglio del rating di molti Paesi dell’area euro. Soltanto quattro nazioni sono riuscite a mantenere la tripla A, si tratta di Germania, Finlandia, Olanda e Lussemburgo, per tutti gli altri sono arrivate sorprese negative. Forse però, utilizzare il termine “sorpresa” risulta essere un po’ fuori luogo, in quanto ad essere sinceri, quanti di noi non si aspettavano delle modifiche a ribasso dei meriti creditizi dei Paesi colpiti?

Partendo dal nostro Paese l’agenzia ha modificato il giudizio, tagliandolo di ben due gradini. Ci troviamo ora a BBB+ e le motivazioni addotte riguardano il rischio Paese legato alle possibili opposizioni a quanto Monti dovrà ancora fare. Tutto questo è visto come potenziale destabilizzatore per l’Italia, che secondo il parere di S&P potrebbe incontrare difficoltà nel finanziarsi esternamente. Colpite anche la Spagna, da AA- ad A con outlook negativo, il Portogallo a junk (da BBB- a BB) e, come ormai si sente raccontare dappertutto, anche l’orgoglioso Francia, che ha perso il suo status aureo di AAA ed è passata a AA+, anche qui, con outlook negativo.

Qualche rumor era già circolato sui desk, infatti il movimento di acquisto di dollari generalizzato è partito nel primo pomeriggio di venerdì ed ora dobbiamo attendere l’apertura europea per comprendere come saranno le reazioni dei mercati, sui quali brilla una potenziale luce rossa di allarme a causa della chiusura americana dovuta alla ricorrenza del Martin Luther King Day, il che fa sì che la liquidità di oggi sarà sicuramente ridotta e quindi potenzialmente foriera di forti scossoni sui prezzi.

Dando uno sguardo all’apertura del valutario ci rendiamo conto di come si siano verificati dei forti gap a favore di dollaro contro praticamente tutte le valute più importanti e scambiate, il che ci mette in allerta ancora maggiormente, in quanto il mercato sembra aver consolidato su livelli che si sono mantenuti lontani dalle chiusure di venerdì e se diamo un’occhiata anche ai mercati asiatici, il sentiment di mercato sembra chiaro. La giornata di oggi non verrà arricchita dalla pubblicazione di nessun dato importante dal fronte macroeconomico, sarà dunque possibile osservare il sentiment puro degli operatori, che per ora sembra essere ancora orientato verso l’avversione al rischio.

Siamo pronti ad aspettarci dei rimbalzi tecnici che tenteranno di sfruttare la poca liquidità in circolazione per tentare di tirare su un po’ il mercato, ma una volta che dovessero effettivamente essere raggiunti i supporti per il dollaro, molto probabilmente potremmo assistere a nuovi acquisti di greenback, dettati dall’incertezza che sta ancora permeando i mercati globali. Iniziamo la settimana, dal punto di vista tecnico, dalla continua pressione che sta spingendo la moneta unica sempre più in calo. Come visto, infatti, la notizia di venerdì ha ulteriormente favorito un movimento che, a fasi alterne, continua con grande precisione sino da inizio novembre. Anche il doppio minimo di settimana scorsa, a 1.2665, non ha retto alla reazione negativa del mercato ed ora i prezzi si trovano a vagare in direzione di 1.2585, che è il successivo livello di supporto preso a riferimento. Osservando un grafico orario sino da agosto 2010, infatti, è possibile scorgere un livello di minimo toccato dal cambio, utile per una ripresa e risultato davvero efficace nel passato. Oltre quest’area si complica ulteriormente la posizione della moneta unica che avrebbe ulteriore spazio libero per l’indebolimento.

Sul cambio UsdJpy abbiamo assistito ad uno scossone venerdì, anche se ancora davvero troppo poco per riuscire ad interpretare questa fase laterale che prosegue oramai da parecchio tempo. Come se non bastasse i prezzi si trovano sul prezzo medio mantenuto tutta la settimana passata, rendendo difficile propendere per uno dei due lati. Il supporto di 76.60 tiene ancora come livello, mentre come resistenza potremmo utilizzare la media mobile a 100 periodi su un grafico con candele a 4 ore, passante per 77.10 nelle prossime ore. Anche il cambio EurJpy ha raggiunto un nuovo minimo, adagiandosi su 97 figura. Come sappiamo i livelli su cui ci troviamo ci riportano indietro sino a settembre 2000: proprio qua è possibile trovare un livello di supporto posto in area 96 figura. La tendenza negativa, anche in questo caso, continua senza sosta da novembre e suggerisce possibili cambiamenti di rotta solamente con il superamento del livello di resistenza che si trova a transitare per 99.50.

Il cable si trova a fare i conti sul serio con l’area chiave di 1.53 figura, avendola superata venerdì senza conferma in chiusura. Questa zona, come abbiamo già avuto modo di osservare insieme i giorni scorsi, potrebbe rappresentare l’ultima speranza di tenuta della sterlina prima di un calo che trova in 1.4250 il suo naturale obiettivo. Ovviamente sono ipotesi di lungo e affinché uno scenario del genere si verifichi è necessario un buon arco di tempo con notizie negative come quelle che stiamo affrontando giornalmente. Le percentuali di ritracciamento di Fibonacci, applicate ad un grafico giornaliero, suggeriscono un ultimo livello di supporto a 1.52 (prendendo in considerazione la salita dei prezzi da 1.4250 sino a 1.6750 compiuta fra maggio 2010 e maggio 2011). Il calo del cable degli ultimi giorni ha portato il cambio GbpJpy ad avvicinarsi al minimo di ottobre a 117. Questo, sino ad una rottura, rimane il livello di maggior interesse come supporto.

Continua la sfida del mercato alle parole della SNB. Il prezzo del cambio EurChf è infatti calato al di sotto di 1.21, raggiungendo per la prima volta dal 20 settembre scorso 1.2060. Sappiamo quanto la continua discesa porti in dote un’alta dose di rischio all’avvicinarsi a 1.20. Concludiamo con un aggiornamento sul dollaro australiano che, ancora, tiene bene nonostante l’oscillazione negativa di venerdì. L’area di supporto a 1.0230 (suggerito dal minimo appunto di venerdì oltre che essere il punto di transito della tendenza positiva incominciata a metà dicembre) tiene ancora testa al generale rafforzamento del dollaro, suggerendoci un livello di attenzione al quale la tendenza positiva del cambio potrebbe variare.

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