Sì della Grecia: mercati toro

Venerdì ed il week end sono state giornate di fuoco, sui mercati e non, nel vero senso della parola. Come tutti avremo avuto modo di notare, nell’ultima sessione di trading di settimana scorsa sono partite delle liquidazioni di posizioni sulla parole del partito di estrema destra greco che ha comunicato al mondo l’intenzione di non votare le misure di austerity, la cui approvazione, lo sappiamo, si era resa necessaria per ottenere quei famosi 130 miliardi dall’Unione Europea che permetterebbero al Paese di far fronte alla restituzione della prima tranche di scadenze, previste per il prossimo 20 marzo.

Già in tarda serata però, se diamo uno sguardo alla moneta unica europea contro il dollaro americano, il cambio in assoluto più guardato e scambiato dal mercato, abbiamo assistito ad un forte movimento di rivalutazione che ha colmato tutta la discesa fermatasi sopra i supporti di breve periodo (1.3150), in attesa delle decisioni che sarebbero state prese nel week end.  Decisioni che, infine, sono arrivate e hanno visto l’approvazione forzata delle misure proposte dal primo ministro, con i due partiti che sostenevano l’esecutivo che hanno proceduto all’espulsione di circa 40 deputati non pronti a seguire le linee di pensiero predominanti.

L’approvazione dei tagli (pensioni, salari, privatizzazioni e chi più ne ha più ne metta), dichiaratamente necessaria per evitare l’isolamento della penisola ellenica e l’uscita dall’euro, farà scontare dei costi sociali veramente alti al popolo greco, che come abbiamo avuto modo di vedere è sceso in piazza con 100.000 mila persone, costi che però dovrebbero permettere, secondo il governo, di uscire da questa crisi (che altro avrebbero dovuto dire?). Il rischio dello scoppio di una guerra civile è altissimo, ma per ora sembra che i mercati non stiano dando peso a questa possibilità, in quanto, per il momento, le notizie arrivate sembrano aver rispettato le aspettative di molti analisti.

Questa nuova settimana si apre con la moneta unica e con il movimento positivo che da ieri sera è stato compiuto. Se, infatti, andiamo ad analizzare il prezzo di chiusura di settimana scorsa e il prezzo di questa mattina notiamo una buona salita del cambio eurodollaro (almeno mezza figura), tanto da riavvicinare i passati livelli di resistenza posti a 1.3260. Ciò che attrae maggiormente l’attenzione ora è ancora la linea di tendenza positiva che ha origine un mese fa esatto e che suggerisce un livello dinamico di supporto per le prossime ore passante a 1.3150. Se questa linea, che ha portato la moneta unica a rafforzarsi di più di 6 figure in un mese, dovesse continuare a tenere possiamo pensare ad un ulteriore salita del cambio e, come sosteniamo da qualche giorno, il prossimo livello di resistenza potrebbe trovarsi a 1.3450 (50% del ritracciamento di Fibonacci del movimento in calo compreso fra 1.4250 e 1.2625).

Il movimento di ripresa del cambio UsdJpy ha diminuito la propria intensità, anche se una figura tecnica molto precisa potrebbe decretarne la continuazione. Stiamo facendo riferimento alla figura a rettangolo in svolgimento da giovedì, dall’ampiezza di 25 pip che se rotta a rialzo potrebbe condurre al livello di resistenza maggiormente atteso da giorni, 78.25. Crediamo che il superamento di quest’ultimo livello potrebbe rappresentare il tassello mancante per una ripresa del dollaro più strutturale. Il cambio EurJpy ha, con evidenza, mostrato di rispettare i due livelli ipotizzati per una svolta. Troviamo un supporto a 102.25 e un livello di resistenza (l’ultimo per la verità prima di un’ipotesi di forte ripresa) a 103.20 coincidente con la media mobile esponenziale a 100 periodi osservabile su un grafico giornaliero. Il cable, in un momento di correzione dal trend positivo interrotto la settimana passata, si è appoggiato perfettamente al supporto di 1.5730. La risalita della moneta unica e la debolezza del dollaro delle ultime ore ha permesso al cambio di riprendere il cammino in salita: la trendline discendente che guidava il passo sino da mercoledì scorso transita a 1.5815 per le prossime ore, livello al quale sapremo se si tratta di una correzione temporanea o di una più stabile ripresa.

Il cambio UsdChf fatica a uscire dalla congestione che si è venuta a creare fra 0.9090 e 0.92 figura, permettendoci, comunque, di avere due livelli molto precisi come riferimento per la giornata entrante. Niente di nuovo per il cambio EurChf dal punto di vista tecnico. Siamo ancora in attesa di uno stabile superamento di 1.2125 per decretarne una ripresa. A 1.2080 si trova il livello di supporto di giornata. Concludiamo con il cambio AudUsd che, pur avendo mostrato una profonda correzione venerdì, è sempre contraddistinto da un percorso in salita. Lo spunto che rafforza questa idea è dato dalla linea di tendenza, fortemente positiva, che dalla metà di dicembre scorso continua a fornire supporto ai prezzi. Le prossime ore questo livello si troverà nei pressi di 1.0615 e continuerà a coincidere con la media mobile esponenziale di breve (21 periodi) su grafico giornaliero.

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