Perché occorre investire

In questi difficili momenti, presi da molte incertezze e poche certezze tendiamo a dimenticarvi perché è fondamentale investire, soprattutto oggi. Investire è utile perché, se fatto nel modo corretto, consente di conservare il potere d’acquisto dei nostri risparmi  e ci aiuta a soddisfare i nostri bisogni contribuendo, ad esempio, a mandare i figli all’università, comprare una casa, cambiare la macchina, pagarci una vacanza o semplicemente dormire sonni tranquilli o toglierci uno sfizio che diversamente non potremmo permetterci con le nostre entrate e i nostri risparmi. Questo è investire, e se fatto nel modo corretto può non essere così complesso. Le regole da seguire sono poche e chiare solo che è molto difficile seguirle e in questi anni di crisi lo è ancora di più. Conoscendo e rispettando i valori degli investimenti i risultati arrivano.

Anzi, proprio il lungo periodo di difficoltà (sono ormai più di dieci anni, di cui gli ultimi tre meritano ben pochi commenti) fa si che questo possa essere potenzialmente un buon momento per iniziare ad investire con il giusto orizzonte temporale. Nessuno sa naturalmente cosa succederà nei prossimi anni ma, come la finanza comportamentale insegna, è meglio cominciare a investire dopo una lunga discesa piuttosto che dopo una lunga salita. E che la discesa sia lunga da ormai 10 anni nessuno dubita. Investire conviene ancora solo che ultimamente si tende a confondere l’investimento con la speculazione. A tutti piacerebbe dare oggi 1000 euro e trovarne 1.200 dopo due giorni ma questa è solo speculazione e avidità. Non è nemmeno eticamente corretto. Il prof. Benjamin Graham nel 1949 scrisse un libro dal titolo “L’investitore intelligente”.

Lo scrisse in un periodo particolare per gli investitori americani.  Dai massimi dell’agosto del 1929 le azioni americane avevano attraversato una crisi drammatica, distruggendo fortune: 100 dollari erano diventati poco più di 16 dollari nel giugno del 1932. Per ritrovare lo stesso valore iniziale (i suoi 100 dollari del 1929) l’investitore paziente (molto paziente) avrebbe dovuto attendere il gennaio del 1945. Oltre 15 anni di attesa. Dal gennaio del 1945 all’inizio del 1949, però, le azioni erano cresciute del 45%. Che cosa doveva imparare l’investitore americano da questa esperienza? Secondo il Prof. Graham, a investire in modo intelligente. Un primo passo è di distinguere tra investimento e speculazione.

Un investimento, dice il Professore, è un’operazione che si pone due obiettivi: la tutela del capitale investito e (attenzione: e) l’ottenimento di una adeguata remunerazione. Tutte le operazioni che non rispettano questi criteri possono essere considerate speculative. Se oggi mi dicessero di investire 100 euro per averne 145 dopo 20 anni, considererei questo un “investimento”? Si tratta di un rendimento medio annuo di oltre il 7%. Lo stesso capitale investito, però, dopo 10 anni (agosto del 1939) valeva 60 dollari (-40%). Come si vede la risposta alla domanda “investimento o speculazione” non è semplice. Perché dipende innanzitutto dai nostri obiettivi, che in primo luogo identifichiamo con l’orizzonte temporale di investimento. Una riflessione che tutti possiamo fare è che venti anni sembrano tanti. Ma cosa potremo fare tra 20 anni dipende anche da quanto abbiamo risparmiato e da come abbiamo investito i nostri soldi.

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