Posta del pf, sui numeri delle reti c’è sempre chi si dice perplesso

È il destino di tutte le reti che rendono noti i loro dati: c’è interesse da parte dei lettori di BLUERATING, specie se promotori, a capire che aria tira in casa delle principali realtà del mercato italiano. Se poi le reti appartengono a gruppi quotati a Piazza Affari come Banca Generali, Mediolanum o Azimut Holding, sono interessati all’andamento sia dell’attività in termini di raccolta e masse sotto gestione (piuttosto che di reclutamento) sia dei risultati di conto economico non solo i promotori e i clienti delle reti medesime ma anche i loro azionisti di minoranza. D’altro lato, la pubblicazione di qualsiasi numero offre l’occasione (o il pretesto) per avanzare domande, chiedere chiarimenti, avanzare il dubbio che qualche cifra non sia esattamente così come viene rappresentata dalla società.

Succede questa volta al gruppo Azimut, che al netto del consolidamento del 51% delle masse relative a Compagnie de Gestion Privée Monegasque (Cgm) ha visto a dicembre, come già spiegato su BLUERATING, le tre reti del gruppo (Apogeo Consulting, Az Investimenti e Azimut Consulenza per Investimenti) registrare afflussi complessivi pari a circa 117 milioni, in lieve calo rispetto al mese precedente, quando la raccolta aveva toccato i 124 milioni (con un saldo positivo di 147 milioni per la componente gestita e negativo per 42 milioni per quella amministrata).

Numeri che qualche nostro lettore giudica “un poco sospetti”, dovuti forse, ci scrive in una mail, al fatto che “forse stanno girando le masse di Compagnie de Gestion Privée Monegasque su prodotti di casa e la considerano nuova raccolta?”. Chissà, del resto ai sospetti non si sono in questi mesi sottratti neppure altri gruppi, persino chi ha cercato di spiegare in modo più dettagliato come i numeri di raccolta, masse gestite e patrimoni medi per promotore erano stati calcolati. Siamo del resto, per il gruppo guidato da Pietro Giuliani come nel caso dei suoi concorrenti, nel campo di quei dati “sensibili”, il cui grado di dettaglio è lasciato, sotto un certo livello, alla discrezione della singola società che legittimamente può avere interesse a dare più risalto ai numeri più positivi e meno a quelli più traballanti.

Così, se il dato non viene fornito qualcuno penserà che è negativo, se viene fornito qualcun altro potrà sospettare che sia fin troppo positivo: per riuscire a ricavare maggiori informazioni sarebbe allora opportuno prendere l’abitudine a comparare i dati sia su base temporale sia con quelli dei vari concorrenti, in modo da avere se non il quadro puntuale di quanto più o meno brillante possa considerarsi il singolo numero della singola rete, almeno una percezione il più corretta possibile del trend di mercato. Il che è quello che BLUERATING prova a offrire ai suoi lettori monitorando costantemente l’andamento delle maggiori reti operanti in Italia.

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