Dollaro in spolvero

Dopo il big event rappresentato dal meeting del FOMC di martedì sera abbiamo potuto assistere a quello che avevamo ipotizzato, ovvero una sensazione di fiducia generale che va a sfiorare, come una breccia di primavera, le sponde americane. Abbiamo difatti assistito alla reazione positiva sia delle borse sia del biglietto verde dopo le buone parole arrivate dalla Federal Reserve e dal suo presidente, Bernanke, preoccupato per il rallentamento globale che potrebbe mettere a repentaglio la moderata espansione che si sta vivendo (mercato del lavoro ed immobiliare ancora gli anelli deboli).

La ragione per cui il nostro team di analisi ha ipotizzato uno scenario di reazione del genere ad inizio settimana è da ritrovarsi nel fatto che molti investitori sono andati ad aggiustare le proprie aspettative sulla politica monetaria americana, che sembra aver trovato una rotta abbastanza disegnata. Il tono della Federal Reserve è cambiato rispetto agli ultimi mesi del 2011 ed effettivamente, qualche ragione a supporto di ciò esiste, ed è concreta come concreti sono i miglioramenti ottenuti dal punto di vista macroeconomico dall’America. Dopo il buon dato anche sulle vendite al dettaglio (che se vedessero ancora 2 dati positivi consecutivi ci confermerebbero una ripresa ad ampio raggio) all’appello mancano il mercato immobiliare e quello del lavoro che, come brevemente accennato, possono essere messi in pericolo dalla situazione della congiuntura mondiale. In un quadro del genere gli osservati speciali non possono che essere i prezzi delle materie prime.

Uno shock negativo dell’offerta del petrolio potrebbe avere effetti di breve periodo molto importanti e soprattutto pesanti sulla ripresa economica globale, anche considerando il fatto che ci stiamo avvicinando all’estate, periodo in cui il consumo di carburanti di certo non manca e questo tipo di problema riguarda, alla stessa maniera America ed Europa allo stato dell’arte attuale. Oggi non avremo grossa volatilità direttamente collegata ai dati macro, ma sarà interessante, a livello di analisi, prendere nota dei prezzi alla produzione americani che potrebbero suggerire la rotta per l’indice dei prezzi al consumo (in pubblicazione domani ed atteso a 2.9% su base annua), messo in potenziale pericolo dal livello dei prezzi delle commodity. Un appuntamento che non possiamo mancare è quello che ci sarà tra poco con la SNB, che deciderà sui tassi di interesse alle ore 9:30.

Abbiamo avuto modo di vedere come la quotazione dell’EurChf abbia tentato di portarsi sopra la resistenza più importante di medio periodo posta a 1.2125, livello che dopo la pulizia degli stop sotto 1.2150 ha resistito e ha fornito le basi per un consolidamento di breve. Il movimento è dettato dai rumor secondo i quali la Banca Centrale vorrebbe cominciare a difendere il livello di 1.2500. Se dovesse arrivare un annuncio del genere, viste le reazioni ultime del mercato che in corrispondenza di livelli di attenzione si è mosso come da desiderio della SNB, potremmo effettivamente vedere dei movimenti che vanno nel senso logico delle cose, ossia un euro salire. Dovesse arrivare una dichiarazione del genere, potremmo assistere ad interessantissime reazioni del UsdChf che potrebbe combinare forti vendite di franchi ad acquisti di dollari (per quanto abbiamo visto in precedenza). È arrivato davvero ad un soffio il cambio Eurodollaro, rispetto al minimo di riferimento precedente che stiamo osservando da giorni. Ci riferiamo, ovviamente come già più volte detto, a 1.2975 da cui ci separano solamente pochi pip. Poco al di sotto di 1.31 figura, invece, si trova quel livello in grado di riportare un poco di fiducia sulla moneta unica: sino ad allora continuerà a prevalere il pensiero negativo sull’euro, come dicevamo amplificato dall’eventuale rottura del supporto chiave del 16 febbraio scorso.

Continua ad essere sempre molto interessante la forte tendenza di ripresa del dollaro, nei confronti dello yen. Certo è sempre presente qualche momento di storno, ma dobbiamo considerare che nelle ultime 30 candele giornaliere solamente 9 sono state quelle negative. Come visto ieri la linea di supporto positiva, che restituisce livelli di supporto dinamici, passa poco al di sopra di 82 figura, mentre se volessimo restringere il campo d’azione ad un grafico orario potremmo ritrovare un’area di congestione nei pressi di 83.40-50. Il cambio EurJpy segue fedelmente la ripresa del dollaroyen, con un avvicinamento rapido al precedente massimo di riferimento di 110 (del 26 febbraio scorso). Rotto 108.60, ieri, abbiamo avuto la conferma di una rinnovata forza del cambio e ciò che si era dimostrato ostico come livello da oltrepassare è poi stato confermato come area di supporto, valido peraltro anche che per le prossime ore. Il cable si trova in una situazione di incertezza, sempre però molto vicino a quel livello di supporto che osserviamo da giorni. La tendenza di fondo rimane orientata a ribasso, come il cugino eurodollaro, ed anche in questo caso ci si trova prossimi ad un supporto che potrebbero dare il via ad un’ulteriore ondata di vendite: parliamo del livello di supporto che da 1.5650 è stato spostato sino a 1.56 figura. Lo scenario continuerà a rimanere tale (negativo) sino ad un ritorno sopra l’area di doppio massimo che possiamo riconoscere a 1.5750 grazie ai due tentativi, mancati, di rottura visti tra ieri ed il giorno prima.

Finalmente sembra che il cambio EurChf possa fuoriuscire dalla situazione di lateralità che procede oramai da troppo. Già ieri mattina c’eravamo resi conto di come la routine delle settimane precedenti fosse stata rotta dal ritorno dei prezzi al di sopra di 1.2070. Quest’oggi, per le ragioni viste sopra, ci troviamo addirittura a commentare un ritorno al di sopra del secondo livello giudicato di attenzione, 1.2125 con un escursione interessante a 1.2145, probabilmente per l’innesco di tutti gli ordini stop di coloro i quali erano corti. L’obiettivo ora si torva poco al di sotto di 1.22, dove vedremo i prezzi tagliare la media a 200 periodi, su grafico daily, per la prima volta dal 15 dicembre scorso. Concludiamo con un aggiornamento sul cambio AudUsd che continua il percorso di ribasso. La trendline discendente, che segna il passo, si trova a transitare oggi a 1.0540, che è molto vicino all’area di congestione dei giorni passati a 1.0550. Un ritorno al di sopra di questo potrebbero essere letto come un primo segnale di ripresa del cambio.

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