Euro sotto i riflettori

Settimana interessante dal punto di vista dei dati macroeconomici che verranno pubblicati, soprattutto dalla sponda europea dell’Atlantico. Dopo i dati che ci sono giunti fin’ora, che ci stanno mostrando il rallentamento cinese e una situazione che non accenna a migliorare qui in Europa, sarà interessante prendere nota delle nuove rilevazioni, che, se negative, potrebbero ricoprire il ruolo di miccia per la moneta unica europea.

Miccia che potrebbe essere accesa dal fatto che i rendimenti sui titoli di stato Spagnoli continuano a mostrare delle tensioni da parte degli investitori, che stanno cominciando a prestare attenzione alla soglia rappresentata dal 6%, livello oltre il quale cominciano a circolare dei rumor che parlano di fallimento dell’operazione di LTRO messa in piedi dalla Banca Centrale Europea. Ricordiamo infatti che la prima tranche di aiuti (che in totale sfiorano i 1.000 miliardi di euro) alle banche è stata prevalentemente utilizzata per riacquistare bond emessi dagli stessi istituti, per emetterli nuovamente a tassi più bassi e per acquistare titoli di stato in maniera tale da abbassare gli spread. Con il secondo stacco di aiuti invece (avvenuto lo scorso 29 febbraio) si è puntato a continuare gli acquisti di bond governativi e a trasferire parte della liquidità concessa a condizioni di favore al mondo bancario al mondo del credito, meccanismo che non si è ancora messo in moto. Il fatto che i rendimenti dei titoli di stato spagnoli ed italiani stiano gradualmente tornando a crescere è indice di nervosismo tra gli operatori, situazione che potrebbe perdurare all’interno della settimana.

A testimonianza di questa abbiamo anche i tassi sui rollover da considerare, che ci dipingono una chiara situazione di tensione sull’interbancario europeo. Se infatti analizziamo i tassi sull’eurusd ci rendiamo conto di come i flussi derivanti dai tassi di interesse relativi alle due valute siano addirittura invertiti, facendo incassare del denaro a chi è lungo di dollari e facendolo pagare a che si è posizionato lungo di euro (esattamente il contrario di quello che un differenziale di tassi positivo per chi compra euro e vende dollari dovrebbe mostrare a livello di effetti).

EurUsd
Riapriamo la settimana con l’eurodollaro che consolida sulla parte alta del range mantenuto negli ultimi dieci giorni. Parliamo dell’area compresa fra 1.3290 e 1.33 figura, che anche ieri sera in riapertura del mercato è stata toccata. Trovandoci ancora particolarmente vicini, l’idea più interessante per le prossime ore appare quella di aspettare una rottura e di approfittare di un movimento in salita che trova in 1.3370 il successivo, primo, livello obiettivo.

UsdJpy

Il cambio UsdJpy continua a rimanere al di fuori della trendline rialzista che oramai è stata rotta giovedì scorso. Il movimento che si è venuto a creare, però, non è stato molto volatile e anzi ha permesso ai prezzi di rimanere in un’area molto ben definita. Pensiamo al supporto di 82 figura, che coincide perfettamente con un precedente minimo, e alla resistenza di 83 figura dove possiamo trovare il massimo degli ultimi tre giorni di scambi e dove transita peraltro la media mobile di breve (21) su un grafico con candele a 4 ore.

EurJpy
Il cambio EurJpy si muove in maniera del tutto simile al UsdJpy. L’interruzione della trendline positiva che insisteva sino dal 6 di marzo, anche in questo caso avvenuta giovedì, ha portato i prezzi a muoversi all’interno di un range ben definito, seppur più ampio di quello visto poco sopra. Abbiamo un doppio minimo a 108.55, che è supporto, (coincidente inoltre con la metà di ritracciamento del movimento in salita compreso fra 105.65 e 111.40) ed abbiamo poi l’area di massimo di 109.85, la resistenza, toccata varie volte negli ultimi due giorni.

GbpUsd

Sul cable possiamo solamente aggiungere, a quanto detto la settimana passata, che il livello che porterà ad una svolta, 1.5915, è stato avvicinato ancora una volta venerdì senza portare ad una rottura. Questo rafforza la nostra idea di una strategia che approfitti del breakout che si verrà a generare con obiettivo minimo di mezza figura.

EurChf
Niente di nuovo sul franco, nei confronti dell’euro: il lento movimento in calo, che prosegue da dieci giorni, sta sempre più restringendo i movimenti giornalieri e sempre più avvicinando i prezzi al minimo di 1.2030 dove potrebbe nuovamente avvenire un rimbalzo. In linea generale però non ci aspettiamo grandi cose sino ad un ritorno dei prezzi al di sopra di 1.2060.

UsdChf

Il dollaro invece, nei confronti del franco, sembra trovarsi in una posizione delicata. Ci troviamo infatti con i prezzi pericolosamente vicini a 0.9070, che è un livello particolarmente ricorrente nell’ultimo mese di scambi. Una rottura avrebbe forti possibilità di condurre i prezzi all’area di doppio minimo vista a fine febbraio, 0.8935.

AudUsd
Il dollaro australiano si trova oggi praticamente equidistante dai due estremi del canale ribassista che già abbiamo potuto individuare la settimana passata. Ricordiamo che la trendline superiore si trova a passare a 1.0560 (dove troviamo anche il transito della media di lungo su grafico con candele a quattro ore) mentre la linea inferiore si trova a passare a 1.0320.
 

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