Boom del rischio

E’ stata una giornata abbastanza volatile quella di ieri, soprattutto durante la sessione americana che ha visto i mercati reagire in maniera importante soprattutto sul fronte commodities e commodity currencies. Il dato sull’ISM manifatturiero, siamo sinceri, pensavamo potesse portare volatilità di breve periodo, senza tuttavia innescare i movimenti di ripartenza di acquisto del rischio (la rilevazione di 53.4 è positiva e superiore, seppur non di tanto alle attese, che si attestavano a 53.0) che hanno visto una vendita concertata di dollaro americano a fronte di acquisti che hanno fatto salire bene le borse americane ma soprattutto le commodities.

Forti le vendite del biglietto verde conto il dollaro australiano, ma soprattutto contro quello canadese e corrispondente salita di oro e petrolio, con il primo che ha testato le resistenze di breve periodo passanti in area 1,685.00 e che trova i propri supporti intorno a 1,675.50 e con il secondo che ha ben abbandonato quota 102.00, riportandosi, pensate, sopra 105.00 per consolidare ora sopra i supporti di 104.50. Dal punto di vista macroeconomico ci è arrivata la notizia da parte della RBA che ha mantenuto invariati i tassi di interesse australiani, ritenuti appropriati per la situazione economica attuale che tuttavia sta mostrando rallentamenti dal punto di vista del mercato immobiliare, del lavoro e per l’inflazione decrescente.

Nel momento in cui dovessero materializzarsi rischi a ribasso, la politica monetaria verrà aggiustata, andando a modificare il costo del denaro a ribasso e questo potrebbe essere un driver importante da tenere in considerazione per i prossimi mesi per che scambia il dollaro australiano. Dal punto di vista tecnico, se guardiamo un grafico giornaliero, notiamo come il canale che seguiamo da qualche giorno a questa parte sembra abbia funzionato molto bene, ed ora troviamo le resistenze sopra 1.0500, mentre i possibili target di arrivo si ritrovano sotto 1.0300, livello per il quale passa anche una bella trendline rialzista.

EurUsd
Diamo uno sguardo al cambio eurodollaro dopo che, verso la metà della giornata di ieri, abbiamo assistito ad un po’ di volatilità. Nonostante l’escursione generata abbia portato a quasi una figura di movimento, non abbiamo notato delle novità in grado di far cambiare idea sull’andamento recente del cambio. Continuiamo, infatti, a pensare che 1.3370 sia l’unico livello da osservare (peraltro toccato e confermato anche nella giornata di ieri) in grado di aprire pesantemente le porte ad un ulteriore salita della moneta unica. Non è altrettanto preciso il livello di supporto, dato che se ne possono vedere due: il primo a 1.3280 ed il secondo a 1.3250.

UsdJpy
La rottura del supporto chiave di 82, su UsdJpy avvenuto nella notte, ha sconvolto un po’ le carte in tavola. Il movimento, infatti, lascia intendere una possibile continuazione del trend correttivo (ribassista) incominciato sul doppio massimo poco al di sopra di 84 figura. 81.10 sarebbe il naturale obiettivo a questo movimento, indicato dalla prima delle percentuali di ritracciamento di Fibonacci del movimento in salita compiuto fra inizio febbraio e metà marzo.

EurJpy
La correzione del cambio EurJpy ha portato ad un veloce avvicinamento dell’area di supporto chiave che notiamo a 108.55 da giorni. Prima di questa è visibile un altro supporto statico, 108.75, minimo di questa notte e di giovedì della settimana scorsa. Il cambio si muove da tre settimane in un range di 250 punti e sino ad una fuoriuscita ci si deve affidare a livelli confermati. Sopra, come resistenza parliamo di 111.30-40.

GbpUsd
Il cable mantiene i massimi raggiunti, ieri mattina, consolidando a 1.6040. Poco al di sotto di 1.60 figura si trova l’area di congestione su cui si regge l’ultimo impulso rialzista mentre a 1.5925 passa la trendline inclinata positivamente che da metà mese scorso segna il passo.

EurChf
La situazione è ancora molto delicata sul cambio EurChf, dato che abbiamo avuto un nuovo test del minimo precedente a 1.2035 e abbiamo notato un gran difficoltà a superare la resistenza di 1.2045. La pressione a ribasso è molto forte e come diciamo da giorni, sembra che la SNB faccia più fatica del solito a fronteggiare questo movimento del mercato. Vedremo cosa succederà con un ulteriore avvicinamento a 1.20 figura.

UsdChf
La tendenza del cambio, almeno delle ultime tre settimane, continua a rimanere negativa con un potenziale obiettivo posizionato sul doppio minimo di 0.8935 di fine febbraio. Per raggiungere questo obiettivo ci affidiamo alla rottura di 0.90 come livello di supporto, oltre il quale è attesa una buona dose di vendite ulteriori.

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