Fed: QE3 o non QE3?

Q3 o non Q3. Questo è il problema, o per dirla in lingua originale, dato che parliamo di America, that is the question. Questo è stato l’argomento di discussione prioritario del FOMC, che ieri sera ha annunciato al mondo la volontà di mantenere la politica monetaria accomodante che vediamo dall’ormai lontano 2009, mantenendo i tassi fermi allo 0.25% fino al 2014 e non ha assolutamente chiuso le porte ad un ulteriore stimolo quantitativo nel caso in cui dovesse rendersi necessario a far continuare la ripresa, che appare ancora in difficoltà e potenzialmente minata da shock esterni, con in prima linea i guai europei.

Tutti gli analisti del mondo erano concentrati sulle parole di Ben Bernanke che, nell’ultima conferenza stampa era andato a raffreddare i toni circa un ulteriore piano di acquisto di asset da parte dell’istituto centrale. Ebbene, ieri questi tono sono risultati più in linea con le aspettative non tanto degli analisti, quanto degli economisti che stimano ancora la necessità di sostenere la crescita tramite immissione di liquidità in un sistema che già è stato drogato, almeno che non ci sia mossi in questa direzione inutilmente.

Con l’inflazione vista in potenziale aumento, la disoccupazione vista in decrescita, le previsioni sul Pil del 2013 e 2014 riviste a ribasso e l’incertezza che avvolge la situazione iraniana che sta facendo sì che i prezzi del greggio rimangano sostenuti (ieri in pubblicazione anche le scorte di petrolio in aumento a 3.978k) rimangono comunque potenzialmente in essere le condizioni per aumentare la quantità di moneta in circolazione, i modi per drenarla in futuro, a questo punto, verranno esaminati ex post. La reazione dei mercati è stata tuttavia contenuta e dovremo valutare l’apertura europea per comprendere se sia già arrivato il momento di prese di profitto seguendo quanto successo in Asia durante la notte ovvero se i movimenti a rialzo potranno continuare.

Tecnicamente c’è più spazio sugli indici europei rispetto a quelli americani, con il Ftse Mib che vede le prime forti resistenze di medio in area 15.000 punti ed il Dax che replica questo scenario con l’area che va da 6.760 a 6.800, mentre sull’S&P500 i livelli di resistenza si trovano molto più vicini, tra 1.395,0 e 1.400,0. LA potenziale maggior liquidità in circolazione è stata supportava per oro e petrolio, che sono riusciti a salire senza tuttavia rompere i punti di attenzione, posti rispettivamente  a 1.650,00 e 105.00 ed il dollaro è risultato venduto globalmente a sostegno dell’appetito per il rischio. L’apertura potrebbe essere molto contrastata ed operativamente è possibile affidarsi a strategie di break out (per visionare i livelli più importanti della giornata in diretta sull’apertura europea, è possibile collegarsi al seguente link alle ore 9.30: https://www2.gotomeeting.com/register/128254018).

EurUsd
Le incertezze politiche sembrano avere un peso ridotto sulla moneta unica che, sin dall’inizio di settimana passata, continua a mostrare una tendenza positiva. Proprio questo movimento suggerisce il supporto per le prossime ore, grazie alla trendline positiva che transita nei pressi di 1.32. Se, oltre a 1.3215 già passato ieri in giornata, dovessimo assistere alla rottura definitiva anche di 1.3240 (il 61.8% di ritracciamento dell’ultimo movimento in calo) potremmo pensare che la forte area di resistenza di 1.3380 sarebbe lì obiettivo nei prossimi giorni.

UsdJpy

Siamo molto vicini, sul cambio UsdJpy, a poter osservare un forte cambiamento. Abbiamo, infatti, notato ieri per la prima volta da più di un mese un tentativo subito rientrato, di interrompere il canale ribassista di lungo, con la rottura di 81.50. Una conferma di inversione si può trovare al di sopra di 81.75, dando il via così alla continuazione del trend più di lungo in atto da gennaio ed alla archiviazione della figura di continuazione a bandiera che tuttora stiamo vivendo (visibile tanto sul daily quanto sul grafico con candele a 4 ore).

EurJpy
Continua a procedere la fase di lateralità del cambio EurJpy. Intorno a 107.20, confermato nei due giorni passati, continua a passare il livello di supporto indicato da una quantità notevole di spunti tecnici. L’area di resistenza più di breve si trova a 107.65 e può fornire un interessante livello di breakout giornaliero con l’obiettivo ravvicinato a 108 figura, che poi è la resistenza di lungo da abbattere.

GbpUsd

Il cable consolida i massimi raggiunti dopo un intervallo di qualche mese (era da ottobre che la sterlina non raggiungeva questi massimi) e con la nona candela consecutiva giornaliera sembra voler indicare un attacco diretto ai livelli visti ad agosto scorso. Tutto dipende dall’effettivo superamento del massimo di 1.6170: forse una chiusura giornaliera al di sopra potrebbe rappresentare la chiave. Intorno a 1.6085 troviamo il supporto più interessante con all’attivo due conferme di tenuta su base giornaliera.

EurChf
Nulla di nuovo sul cambio EurChf che, a parte qualche spike di volatilità a ribasso, continua a muoversi su livelli ampiamente conosciuti. 1.2030-35 è il livello chiave da cui potersi aspettare un’esplosione a rialzo mentre 1.20 rappresenta il livello opposto.

AudUsd
È molto precisa la salita che sta mostrando il dollaro australiano negli ultimi due giorni. Abbiamo oltrepassato, ieri in serata, la trendline negativa che insisteva dal 12 aprile e lo scenario si fa ancora più interessante. A 1.0350, una serie di conferme e di transiti di trendline su grafico orario, suggeriscono il luogo del supporto mentre se 1.0385 dovesse essere oltrepassato, entro breve, si potrebbe assistere ad un movimento di breakout per raggiungere 1.0415.

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