Fondi immobiliari, eppure qualcosa si muove

Ottimismo ottuso o pessimismo globale? Dubbi non ce ne sono: in questo periodo, vince il secondo. “Io propongo in alternativa un ottimismo realista”, dice Mario Breglia (nella foto, n.d.r.), presidente di Scenari Immobiliari, alla presentazione del rapporto 2012 sui fondi immobiliari in Italia e all’estero, mercoledì 30 maggio a Milano.

Il periodo, confermano le società del settore, non è certamente facile. Tuttavia, qualche timidissimo spiraglio di luce riesce a scorgersi tra le pagine del rapporto. I fondi immobiliari e i real estate investment trust (reit) nel mondo, spiega Scenari Immobiliari, hanno chiuso il 2011 con un patrimonio mondiale superiore ai 1.550 miliardi di euro e in crescita. E il 2012 si conferma in linea con l’anno precedente. Tra la fine del 2012 e il 2013 le attese sono di una ripresa dell’immobiliare in molti Paesi. Questo, sempre secondo Scenari Immobiliari, darà un nuovo impulso al mercato dei fondi e ai reit, soprattutto se specializzati nel recupero urbano.

In Europa, Italia esclusa, i fondi immobiliari hanno mostrato un Net asset value di circa 331 miliardi di euro, il che significa un incremento del 6,7% in un anno. Il mercato italiano è cresciuto di quindici volte in un decennio e, a parere di Scenari Immobiliari, si conferma il più interessante a livello europeo. Con un Nav di 36,1 miliardi, l’Italia ha assistito a un miglioramento del 6,2%. Il patrimonio immobiliare è stimato in 46,4 miliardi di euro e l’indebitamento medio al 61,4%. L’incremento maggiore in Italia nel 2011 si è avuto nei fondi riservati, con un +9,3%, mentre il Nav dei fondi retail è calato del 9%. Quanto al numero, questi ultimi risultano stabili, sono 26 in tutto, mentre è aumentata la quantità dei fondi riservati censiti come operativi, sette nel complesso.

Nel corso del 2012 si prevede la chiusura di molti fondi immobiliari riservati di tipo “familiare” penalizzati dalla fiscalità. Secondo Scenari Immobiliari dovrebbero partire, come da tempo si attende, i fondi immobiliari pubblici sia nazionali che locali.
La performance media dell’industria è stata dello 0,7%, in calo rispetto al 3,5% del 2010. Ma le oscillazioni tra i vari fondi sono notevoli e quindi la media va intesa come tendenza. I valori degli immobili, stimati da esperti indipendenti, si collocano in terreno negativo, sul -1,5% circa, in linea con il mercato immobiliare, inteso come media tra un terziario in calo e un settore commerciale stabile. Poche oscillazioni per la vacancy, su livelli bassi per tutti i tipi di fondo. L’asset allocation vede gli uffici al 60% e il commerciale in lieve calo al 19%. Sostanzialmente stabili gli altri comparti.

E per quanto riguarda le strategie e le prospettive in Italia e all’estero? Il quadro è ovviamente condizionato dai problemi di liquidità e dal difficile accesso al credito in tutto il mondo. Un fattore critico resta il livello di indebitamento. Si assiste poi a un consistente turnover dei patrimoni, con la vendita dei beni più soggetti agli effetti dei cicli di mercato e l’acquisto di immobili altamente strategici. C’è, sottolinea ancora Scenari Immobiliari, una tendenza alla diversificazione sia tipologica che geografica dei patrimoni, con un aumento degli investimenti cross-border. In salita il coinvolgimento finanziario dei fondi nella realizzazione delle opere infrastrutturali, anche in considerazione della forte carenza di capitali pubblici.

Si prevede inoltre il consolidamento dei grandi gruppi anche a livello internazionale e intercontinentale. Attesa anche una progressiva separazione tra gli strumenti destinati agli investitori privati e a quelli istituzionali. Seppure in un contesto problematico, è la conclusione, il 2012 si dovrebbe chiudere con un generale miglioramento dei principali parametri, sia per i fondi immobiliari che per i reit.

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