Ig Markets: pressioni sull’euro/dollaro dopo il week end

Questo week end è cruciale per la sopravvivenza dell’area euro. Domenica la Grecia tornerà alle urne per decidere il governo che guiderà il Paese fuori dalla crisi più importante della sua storia recente. Dopo l’incapacità di formare una coalizione nel primo turno elettorale, quella di domenica potrebbe essere l’ultima chiamata per la permanenza nell’area euro.
 
Il Paese sembra diviso in due. Da un lato ci sono i partiti che vogliono continuare a utilizzare l’euro, dall’altra, i partiti favorevoli a un ritorno della dracma. Questi due fronti si contenderanno i voti di un popolo ormai stremato da tasse e disoccupazione. “La nostra sensazione è che (come accaduto il 6 maggio scorso) prevarrà l’incertezza”, ha spiegato Vincenzo Longo, Market Strategist of IG Markets Italy, “quindi lo scenario più probabile prevede che il partito con il maggior numero di consensi riceva l’incarico dal Presidente della Repubblica a formare una coalizione di governo. Nel caso in cui non si riesca a raggiungere un accordo l’incarico passerà al secondo partito con la più alta percentuale di consensi e così via per i primi tre partiti. Nel caso non si arrivi a una formazione di un governo – ipotesi questa che ci sentiamo di escludere – si procede con un terzo turno elettorale”.

Secondo alcune fonti bancarie, i prelievi presso gli sportelli hanno toccato l’enorme cifra di 700 milioni di euro al giorno questa settimana. Inoltre, secondo quanto rilasciato dal quotidiano Kathimerini il Paese avrebbe fondi per arrivare fino al 20 luglio e necessiterebbe di una rinegoziazione degli aiuti ed eventualmente di un terzo pacchetto di salvataggio. Secondo gli ultimi sondaggi (che non possono essere rilasciati nelle due settimane precedenti al voto) sarebbe in vantaggio il partito Nuova Democrazia guidato da Samaras, favorevole alla permanenza nell’area euro.“Ci aspettiamo una seduta molto volatile e incerta in scia ai primi risultati che arriveranno dalla Grecia”, ha continuato Longo.

“Secondo Reuters, le principali Banche centrali del mondo starebbero studiando l’azione congiunta per prepararsi a un’uscita dall’area euro. La nostra view è che l’euro potrebbe essere soggetto a forte volatilità. Il cross euro/usd potrebbe finire sotto pressione a causa delle forti vendite sulla moneta unica e degli importanti acquisti sul dollaro statunitense. Da monitorare anche i cross tra il biglietto verde e le valute più rischiose (Aud, Nzd e Cad). Le tensioni potrebbero portare a forti acquisti sull’oro, con i primi target importanti che si collocano poco sotto soglia dei 1.700 dollari/oncia. Il petrolio potrebbe tornare sotto i minimi da settembre a 80 dollari/barile, mentre l’avversione al rischio potrebbe alimentare la corsa verso i Treasury e in parte sui Bund. Infine, chi opera sull’euro/dollaro, potrebbe tentare una copertura con il cross usd/yen. “Eventuali discese dell’euro/usd”, conclude Longo, “potrebbero essere bilanciate da cali su usd/yen. Una buona strategia sarebbe quella di andare long sull’oro, che potrebbe essere favorito sia in scia all’avversione al rischio, sia qualora le Banche centrali dovessero decidere di iniettare liquidità sul mercato”.

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