Finmeccanica vuole abbassare la leva. Per ora niente dividendo

Secondo un azionista e una fonte industriale, non si prevede che Finmeccanica possa tornare a staccare il dividendo quest’anno, visto che la società si concentrerà nel ridurre la leva finanziaria e nel rafforzare il proprio bilancio. Lo stesso azionista ha fatto sapere che, nel prossimo biennio, la società dovrebbe dare priorità alla riduzione della leva finanziaria piuttosto che alla cedola. “In un momento in cui il mercato è diffidente, specialmente in relazione alla complessa vicenda della società e al modo in cui questa genera profitti sarebbe controintuitivo pagare dividendi durante il processo di deleveraging”.

L’azionista ha sottolineato inoltre che il prezzo delle azioni di Finmeccanica è in forte calo, scambiando attualmente a circa tre euro per azione, a causa della forte pressione sul bilancio della società e dei problemi che ha dovuto affrontare in questi anni. Mercoledì scorso (il 4 luglio 2012, n.d.r.) il titolo ha scambiato a 3,38 euro per azione, giù del 62% rispetto a un anno fa, quando viaggiava intorno agli 8,3 euro per azione. Un banchiere italiano del settore ha detto che sarebbe difficile confermare un ritorno al dividendo mentre la società sta ancora lavorando al piano di risanamento. Sarà invece più probabile rivederlo durante l’esercizio 2013. Un secondo azionista che, insieme al primo, ha una partecipazione dello 0,73% del capitale sociale, ha convenuto che la società dovrebbe dare priorità al piano di risanamento.

Alla fine del 2011 l’agenzia di rating Standard and Poor’s aveva tagliato il merito di credito di Finmeccanica da BBB a BBB- con outlook negativo. Per S&P la società dovrebbe attuare dismissioni almeno per un miliardo di euro per evitare di finire nel territorio dei titoli high yield. L’agenzia di rating potrebbe inoltre declassare nuovamente il giudizio sul gruppo se le condizioni in Borsa dovessero peggiorare al punto da non riuscire a ridurre il rapporto tra i fondi di attività operativa e il debito al 25% entro fine anno attraverso liquidità propria. Nel mese di febbraio Moody’s ha cambiato l’outlook su un rating Baa2 per Finmeccanica da stabile a negativo, spiegando che la società potrebbe essere declassata se non si dovessero realizzare miglioramenti a livello operativo. Se le cessioni e il piano di risanamento non dovessero avere successo o se il trend ribassista dei ricavi non si dovesse invertire, ha specificato Moody’s, ci potrebbe essere spazio per un downgrade. L’indebitamento finanziario netto è cresciuto da circa 3,44 a 4,5 miliardi di euro nel primo trimestre dell’anno.

Con un margine operativo lordo rolling pari a 173 milioni di euro sui 12 mesi, esclusi i costi straordinari denunciati l’anno scorso, la società ha un rapporto fra debito netto e ebitda pari a 5,4 volte. Il gruppo ha inoltre registrato un free cash flow operativo negativo per 1,14 miliardi di euro nei primi tre mesi dell’anno. Finmeccanica deve far fronte anche a una scadenza obbligazionaria, a dicembre 2013, per circa 815 milioni di euro, che sarà in parte rimborsata col cash. Sono stati sentiti anche tre analisti che hanno ribadito di non aspettarsi da Finmeccanica un ritorno al dividendo per quest’anno. Uno di loro ha spiegato che se Finmeccanica sarà in grado di portare a termine dismissioni delle sue attività non strategiche al fine di raccogliere circa un miliardo di dollari cash, ci sarebbe la possibilità di un dividendo minimo di 10 centesimi di euro.

Ma, ha aggiunto, se ci saranno ulteriori eliminazioni dal bilancio dei crediti considerati non recuperabili e nuove difficoltà nella dismissione degli asset, allora sarà complicato per il management confermare un ritorno al dividendo. Due dei tre analisti hanno detto che i proventi di eventuali cessioni potrebbero essere utilizzati per pagare il debito della società. Il banchiere interpellato ha inoltre aggiunto che il piano di dismissioni di Finmeccanica ha incontrato alcuni ritardi. L’interrogativo rimane sulla possibilita’ che lipo di Avio e la cessione di Ansaldo Energia, Ansaldo Breda e Ansaldo Sts possano essere portati a termine entro fine anno.

A metà maggio la favorita Hitachi ha completato la due diligence su Ansaldo Breda e Ansaldo Sts, ma, secondo il report, non ha ancora raggiunto un accordo con Finmeccanica su questi asset. Inoltre, recentemente, è stato riportato dalla stampa italiana che Siemens sarebbe vicina a raggiungere un accordo per l’acquisizione del 55% di Ansaldo Energia per un miliardo di euro. Tuttavia una persona vicina al dossier ha detto che la società guidata da Giuseppe Orsi è fiduciosa che gli obiettivi di dismissioni saranno raggiunti. La compagnia, a novembre dello scorso anno, ha detto di avere intenzione di vendere asset per un importo di circa un miliardo di euro entro la fine del 2012. A riguardo Finmeccanica ha rifiutato di commentare. In precedenza Finmeccanica pagava un dividendo su base annua ma nessuna cedola è stata staccata lo scorso anno, dal momento che l’azienda ha iniziato ad affrontare l’alto debito e ha avviato il suo programma di dismissioni. Il servizio Dividend Outlook di dealReporter stima che Finmeccanica non pagherà alcun dividendo quest’anno ma staccherà una cedola di 0,1 euro per l’anno finanziario 2013, per poi salire a 0,12 euro l’anno successivo.

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