Usa Election day: ecco per chi tifano i mercati

ELECTION DAY – A poche ore dal verdetto finale che deciderà chi sarà il presidente della maggiore potenza economica mondiale, se Barack Obama o lo sfidante Mitt Romney, sono in tanti a interrogarsi su come reagiranno i mercati finanziari. Gli analisti di tutto il mondo stanno infatti cercando di capire quale sarà l’impatto sulle diverse asset class nel caso di vittoria dell’uno o dell’altro. A tracciare un quadro a breve termine è Ig, broker specializzato sul mercato dei cfd, azioni, indici, forex e molti altri prodotti, che ha analizzato possibili movimenti di borse, settori industriali, cross valutari e commodities.

VITTORIA DI OBAMA
Positivi il settore tecnologico, energetico e autmotive
A determinare lo scenario futuro le diverse politiche, non solo economiche, dei due candidati. Una possibile rielezione di Obama, secondo gli analisti di Ig, Filippo A. Diodovich e Vincenzo Longo, porterebbe al mantenimento di una politica monetaria espansiva e al sostegno del mercato del lavoro con la spesa pubblica, misure che potrebbero riportare il tasso di disoccupazione a fine mandato tra il 5,5 e il 5,8%. Una simile politica potrebbe, però, incrementare una spirale inflattiva nei prossimi 3-6 mesi, con il tasso d’inflazione previsto nel range tra il 2,5 e il 2,8% a/a, dall’attuale 2% a/a. Ig si attende una performance positiva per i titoli dei settori: tecnologico (in particolare Google, Microsoft e Ibm) energetico (General Electric); automotive (General Motors, Ford e Chrysler). Il riflesso in Italia? L’attenzione che Obama riserva al settore automobilistico potrebbe trainare l’andamento borsistico di Fiat.

Dollaro debole contro l’euro
Per quanto riguarda le valute, le aspettative di un mantenimento di una politica poco aggressiva da parte della Federal Reserve potrebbe tenere il biglietto verde particolarmente debole verso le principale valute. “In particolare”, hanno spiegato gli analisti di Ig “l’euro/dollaro entro fine anno potrebbe attestarsi intorno alla soglia dell’1,35. Tra le commodity, il rallentamento della crescita globale potrebbe pesare sull’intero comparto. Tuttavia, l’oro potrebbe essere favorito dalla debolezza del dollaro statunitense”.

VITTORIA DI ROMNEY
Il presidente della Fed Bernanke potrebbe non essere riconfermato
L’eventuale vittoria del repubblicano Romney dovrebbe comportare una modifica nelle aspettative degli investitori sulle strategie monetarie della Federal Reserve. Alla scadenza del mandato del governatore Bernanke (gennaio 2014) si potrebbe vedere l’ascesa di un economista più attento al controllo dell’inflazione e più incline a promuovere una politica monetaria maggiormente restrittiva (al momento tra i top candidati al trono della Fed troviamo Glenn Hubbard, John B. Taylor e Gregory Mankiw). “Ciò potrebbe impattare pesantemente sulle aspettative inflattive, con la crescita dei prezzi che potrebbe rallentare notevolmente, attestandosi tra l’1,2 e l’1,8% nel triennio 2014/2016”, ha sottolineato Ig.

A beneficiare della vittoria del repubblicano le banche e il settore della difesa
Sul fronte azionario, ci attendiamo uno scenario rialzista con performance particolarmente positive per i settori: bancario (Bank of America, JPMorgan Chase); energetico (ConocoPhillips, Halliburton, Baker Hughes, TransOcean, Peabody, Arch Coal e Alpha Natural Resources); difesa (Lockheed Martin), per cui Obama invece prevede un taglio degli investimenti di circa 500 milirdi di dollari. In Italia sarà Finmeccanica il titolo che potrebbe beneficiare di più dalla vittoria del repubblicano, fino a trattare entro fine anno a cinque euro. Probabile effetto anche per i petroliferi come Eni, Saipem e Tenaris. Sul fronte commodity, tenendo conto dei fattori esterni sulla domanda (rallentamento dell’economia globale e crisi debitoria nel Vecchio Continente) “riteniamo che il prezzo del Wti possa scendere sino a 78 dollari/barile”, hanno concluso gli esperti di Ig.

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