Vontobel: “puntare sugli high yield e il credito”

POSITIVI SU UN’EUROPA IN VIA DI RIDEFINIZIONE In relazione al ritiro da parte di Trump dall’accordo universale sui cambiamenti climatici di Parigi, punto centrale nella collaborazione tra i Paesi per attuare gli impegni previsti dalla Agenda 2030 sugli obiettivi dello sviluppo sostenibile, il presidente francese Emmanuel Macron, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente del consiglio italiano Paolo Gentiloni, hanno espresso “rammarico”. Eppure, «l’aggressività di Trump potrebbe finire per rivelarsi una benedizione per l’Europa costretta com’è, a questo punto, a darsi una mossa e a farsi più compatta», dice senza esitare Mondher Bettaieb Loriot, responsabile debito corporate e portfolio manager di Vontobel Asset Management da Zurigo, nel corso di un incontro riservato con la stampa italiana. E la vittoria di Macron, secondo l’esperto, sta giocando un ruolo molto rilevante per l’Europa dato che «è stato il primo presidente che ha avuto il coraggio di condurre una campagna pro Europa e di vincere in nome di una agenda di riforme. E ora la cancelliera Merkel ha finalmente un interlocutore credibile. In lui troverà un alleato per sostenere l’Eurozona e i suoi valori e questo avrà un impatto positivo a lungo termine, garantirà crescita economica e investimenti aziendali più consistenti. Il mercato del lavoro è in buona forma e noi siamo positivi sull’area».

UNO SGUARDO ALLE BANCHE CENTRALI – Se sul fronte politico la vittoria di Macron ha rasserenato l’animo degli investitori vero la istituzioni europee, a Francoforte l’operato della Bce è ancora da capire. Secondo gli esperti di Vontobel, continuerà nel suo approccio attendista, soprattutto se l’Italia andrà alle urne in autunno. Di recente, il vicepresidente della Bce Constancio ha dichiarato: «un ritiro prematuro degli stimoli può essere molto rischioso e, come dice il presidente Draghi, dobbiamo guardare alla dinamica inflattiva». Giugno è un mese rilevante per la politica monetaria globale. Bce e Fed faranno sapere le proprie intenzioni riguardo al proseguimento delle politiche monetarie accomodanti in essere. «Nonostante l’inasprimento monetario sia un tema ampiamente dibattuto, le banche centrali potrebbero dimostrarsi più caute delle aspettative», spiega il portfolio manager Bouallai Jamil. Aggiunge Christophe Bernard, chief strategist di Vontobel AM: «l’economia dell’Eurozona sta beneficiando di un tasso di crescita che non era mai stato così alto dopo la crisi del debito sovrano e la natura della ripresa, che può dirsi abbastanza sincronizzata, è un buon indicatore della sua solidità. Questo di certo porterà la Bce a ridurre la sua politica di allentamento ma la ripresa attuale dipende ancora dal sostegno della banca centrale stessa e, nel contesto attuale, non ci sono motivi per la Bce di aver fretta di intervenire». Eventuali dettagli sul tapering saranno probabilmente resi noti verso la fine dell’anno ma il ritmo si prospetta più lento del consensus e «qualsiasi intervento resterà subordinato alla forza dell’euro». Guardando poi agli Stati Uniti, malgrado gli investimenti stiano aumentando dopo aver rappresentato un freno per la crescita in vari trimestri, la stagnazione dei consumi non è stata controbilanciata. «Nello stesso tempo, le prospettive inflazionistiche restano asfittiche, tralasciando il rialzo dei prezzi delle materie prime. Anche se l’inflazione primaria è destinata a registrare una modesta accelerazione nei mesi a venire, è improbabile che questo rappresenti una fonte di preoccupazione per la Fed. Un inasprimento del mercato del lavoro potrebbe esercitare una pressione al rialzo sulla crescita salariale ma pensiamo che l’accelerazione avvenga in modo molto graduale», dichiara ancora Mondher Bettaieb Loriot.
I RISVOLTI PER I MERCATI – Tra le asset class preferite da Vontobel c’è il mercato del credito sul quale la casa ha espresso un giudizio overweight. Mentre per i bond governativi il giudizio è un underweight. Aggiunge Loriot: «in Usa lo scenario attuale è ancora positivo sia per il credito sia per le azioni, c’è tantissima liquidità nel sistema e questa sosterrà il ciclo economico, indipendentemente dai proclami di Trump sulla cui sostenibilità ormai i mercati nutrono qualche dubbio. La Fed sarà molto graduale nella riduzione del proprio bilancio: sia gli Mbs sia i Treasury a scadenza saranno reinvestiti e si parla di circa 200 miliardi a cui vanno aggiunti 250 miliardi di nuovi depositi da parte del sistema bancario. Tutto questo continuerà a produrre nuova liquidità. Inoltre è in vista il rimpatrio di liquidità dall’estero: si stima che ci siano parcheggiati 3 trilioni di cash da parte delle aziende americane e 1,6 trilioni di dollari di imposte (Apple da sola detiene liquidità all’estero per circa 239 miliardi di dollari). Quindi un rimpatrio avrebbe ripercussioni significative per l’economia», precisa Loriot. Il credito, quindi, resta una valida asset class per i prossimi mesi. E conclude: «abbiamo una bassa esposizione ai corporate bond tradizionali a elevata duration. Infatti l’approccio mid duration offre potenzialmente un’esposizione più bassa sulla volatilità, sia dei tassi di interesse sia degli spread di credito. Siamo positivi su high yield, credito a più bassa duration, bond subordinati bancari (inclusi AT1s), corporate ibridi di emittenti a elevata qualità e corporate regionali (infrastrutture, telecom). Non manca qualche bond corporate italiano nei portafogli di casa Vontobel. Nel dettaglio ci sono: Telecom Italia, UniCredit, Intesa, Aeroporti di Roma, Fiat, Finmeccanica, Enel. Conclude Jamil: «nei prossimi mesi ci saranno forti flussi in ingresso nel credito (soprattutto Usa), i fondamentali sono solidi e le valutazioni restano attraenti grazie alla domanda di credito da parte degli investitori internazionali».

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