Slovenia: delude l’asta dei titoli di Stato, cresce l’allarme sulle banche

SLOVENIA LA PROSSIMA? – Come in un copione già visto il premier della Slovenia, Alenka Bratusek, si è affrettato a dichiarare che i tempi, è vero, sono duri, “ma siamo pronti a risolvere i nostri problemi da soli, non chiederemo aiuti alla Ue”. Eppure la Slovenia, dopo il recente salvataggio europeo delle banche di Cipro, sembra essere il prossimo Paese a capitolare sui mercati finanziari. E in questo momento, spiegano gli analisti di Cmc Markets, “un altro bail-out è l’ultima cosa di cui l’Europa ha bisogno, specie considerando che gli effetti della crisi stanno iniziando ad erodere anche il potere d’acquisto dei contribuenti tedeschi, che rappresentano il motore europeo”.

ASTA DELUDENTE – Il dato più preoccupante sembra essere quello relativo alle sofferenze bancarie, che ha raggiunto i 7 miliardi di euro, ossia il 14,4% degli impieghi e il 20% del Pil. Non sono arrivati segnali positivi neanche dall’asta dei titoli di Stati di ieri. Sui 100 milioni di euro che si proponeva di raccogliere con due operazioni a breve termine lanciate ieri, il Tesoro di Lubiana ha ottenuto solo 56 milioni, cioè poco più della metà. L’emissione a 6 mesi ha totalizzato 32,25 milioni al tasso dell’1,7% contro l’1,5% del mese scorso e quella a 12 mesi ha fruttato 23,8 milioni al tasso del 2,99% contro il 2,02% di febbraio. Insomma, interessi poco attrattivi

ALLARME OCSE – Dall’Ocse intanto in un rapporto diffuso ieri è arrivato un nuovo allarme. L’economia è in recessione e il debito pubblico si avvia a salire ancora anche per il costo dei salvataggi bancari e potrebbe superare il 100% nel 2025. Ma, il premier anche in questo caso ha le idee chiare: “Abbiamo cominciato dalle riforme del lavoro e delle pensioni, a ora stabilizzeremo il nostro sistema bancario con una legge che crea una ‘bad bank’, poi ridurremo il deficit, ma senza gravare sulla crescita”. Ci sarà da stare tranquilli?

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