Credit Suisse approfondisce analisi su Intesa Sanpaolo

ULTERIORI RIFLESSIONI – In un report dedicato al titolo Intesa Sanpaolo intitolato “ulteriori riflessioni sull’accordo Bpvi-VB” gli analisti di Credit Suisse (che sul titolo esprimono un rating di “outperform” con un target price di 2,9 euro) sottolineano come l’unico vantaggio per l’istituto guidato da Carlo Messina, derivante dall’acquisto di alcuni asset “sani” di Bpvi e Veneto Banca, sia rappresentato dai 4,8 miliardi di contributi statali alla ricapitalizzazione degli asset conferiti a Intesa Sanpaolo, che intanto a Piazza Affari continua a correre segnando un rialzo dell’1,62% a 2,752 euro quando sono passati di mano circa 60 milioni di azioni.

MAGIORI UTILI TRA IL 2% E IL 4% – Se nel 2016 Bpvi-Veneto Banca hanno registrato una perdita a livello operativo pari a 950 milioni di euro complessivi, una volta ripulite le attività conferite potrebbero fornire un contributo pre-sinergie di 205 punti base agli utili 2019, ancora distanti dai livelli di Intesa Sanpaolo (250 punti base sugli utili 2016). In termini di utili netti il contributo positivo potrebbe essere tra il 2% e il 4% nel 2018-2019.

PER I CONTRIBUENTI NON SARA’ UN AFFARE – Intesa Sanpaolo, aggiungono gli esperti di Credit Suisse, era in una posizione di forza per poter negoziare tutte le altre condizioni in base alle quali si è chiuso l’accordo. Per i contribuenti italiani ci sarebbe una perdita potenziale di 4,8 miliardi; mentre il governo spera nel recupero degli asset conferiti alla bad bank, la conversione del decreto in Parlamento potrebbe essere problematica, mentre il fondo “salva banche” da 20 miliardi rischia di esaurire con questa operazione tutte le sue munizioni.

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