I dati macro Usa preoccupano ma…

DISOCCUPAZIONE USA CALA AL 7% – In molti hanno tremato ieri quando il dato della disoccupazione Usa di fine novembre è calato dal 7,3% di ottobre al 7% (il consensus ufficiale si attendeva il 7,2%, i “whisper numbers” oscillavano tra 7% e 7,1%), dopo che i “non farm payrolls” (posti di lavoro non agricolo) hanno mostrato 203 mila posti di lavoro netti creati il mese scorso negli States. Un dato che segue una serie di altri numeri più forti delle attese (in particolare la revisione al rialzo della crescita del Pil del terzo trimestre al +3,6% annualizzato, anche se in gran parte la revisione al rialzo segue una creazione di scorte più elevata di quanto inizialmente stimato) e che porta molti economisti a scommettere che già nell’ultimo Fomc del 2013, il 17-18 dicembre prossimo, la Fed potrebbe iniziare a rallentare il ritmo dei suoi acquisti anziché attendere fino a inizio anno.

WALL STREET INTERROMPE LA CORSA – Timori che hanno bloccato una sequenza rialzista a Wall Street durata otto settimane consecutive, la più lunga dal gennaio 2004, ma che non hanno impedito alla seduta di venerdì dei listini europei e americani di chiudersi con segni positivi. Milano in particolare ha recuperato lo 0,73%, mentre Londra ha chiuso a +0,83%, Parigi a +0,72% e Francoforte a +0,96%. Tra i migliori titoli dell’Eurostoxx50 (+0,91%) si sono messi in luce L’Oreal, Deutsche Post, Schneider Electric e Saint-Gobain, mentre Orange ha accusato un calo di 4 punti. In modesto ribasso anche Lvmh, Inditex ed Air Liquide.

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