Quanto sono cattive le bad bank

ALLE BANCHE ITALIANE SERVE LIQUIDITA’ – Diciamocelo chiaramente. Sulle banche italiane tira una brutta aria. Qualcosa ci potranno dire gli stress test voluti dalla Ue e appena iniziati. Ma non sarà molto. Come già accaduto in passato, anche se questa volta gli esami saranno più approfonditi, difficile, davvero difficile, che il sistema certifichi il suo pesante stato di salute. D’altra parte le banche italiane hanno quasi tutte bisogno di iniezioni importanti di liquidità. La difficoltà dei crediti, a causa anche della crisi economica ma anche della facilità con cui è stato elargito denaro agli amici degli amici senza le adeguate garanzie di rientro, sta mettendo in ginocchi gli istituti di credito non più in grado di finanziare anche chi ha i meriti. Allora come salvare le banche?

LA PROPOSTA DI IGNAZIO VISCO – La proposta è del Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, che al Forex, l’assemblea dei cambisti, solo pochi giorni fa, ha proposto la creazione di bad bank di sistema, ossia società dove finiscano tutti i crediti cattivi delle banche in modo che gli istituti, sulla leggerezza dei loro asset migliori possano spiccare di nuovo il volo. Già, ma poi chi garantirà le bad bank? Facile da immaginare: lo Stato italiano, magari emettendo titoli ad hoc. Tutto questo, di là del solito disegno anti-italiani (i guai delle banche finirebbero nelle nostre tasche), potrebbe far correre il rischio, proprio allo Stato, di inguaiarsi più di quanto non lo sia già adesso. Basterebbe il perdurare della crisi economica o un rialzo dei tassi per qualunque motivo al mondo, perché il peso già grave delle bad bank diventi un peso insopportabile. Così a fallire invece delle banche potrebbe essere proprio lo Stato italiano.

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