Banche a tutto aumento a Milano

BANCHE A TUTTO AUMENTO A MILANO – Aumenti bancari sotto i riflettori a Milano: dopo che i soci del Banco Popolare hanno dato via libera al previsto aumento da 1,5 miliardi di euro (e al raggruppamento dei titoli nel rapporto di una nuova azioni ogni 10 esistenti), il cda della Banca Popolare di Sondrio ha varato un aumento misto (da 100 milioni di euro per la parte gratuita e ulteriori 350 milioni per la parte a pagamento) da lanciare “entro il corrente anno”, mentre il cda di Banca Popolare di Vicenza (Bpvi) chiederà ai soci miliardo in due tranche (700 milioni ai soci attuali, entro il semestre, più altri 300 milioni da riservare a nuovi soci).

ANCHE CREVAL SI AGGIUNGE ALL’ELENCO
– Di recente è stata la volta del Credito Valtellinese, il cui cda ha approvato un aumento di capitale fino a 400 milioni di euro, precisando in una nota di aver già sottoscritto un accordo di pre-underwriting con Banca Imi, Credit Suisse e Mediobanca per garantirne la sottoscrizione e di prevedere che l’aumento potrà essere eseguito entro il primo semestre dell’anno “e comunque entro l’esercizio”. Tutte le operazioni sopra ricordate, come anche l’aumento da 3 miliardi previsto da Mps, quello da 500 milioni di Bpm, quello da massimi 800 milioni di Banca Carige e quello da sono finalizzati al raggiungimento di parametri patrimoniali in grado di superare senza problemi l’Asset quality review in corso da parte della Bce sulle maggiori banche europee (tra cui 15 istituti italiani).

INCERTE BPER E VENETO BANCA – Ancora incerte se lanciare o meno un aumento appaiono Bper (per cui Equita sim stima la necessità di un’operazione da 400-500 milioni specie nel caso di acquisizione di Banca Etruria e Lazio) e Veneto Banca, il cui cda martedì ha analizzato le possibili azioni sul rafforzamento patrimoniale che però, ha precisato una nota, saranno comunicate solo dopo l’approvazione del bilancio e alla luce del nuovo piano industriale. In giornata indiscrezioni avevano segnalato la possibilità di un aumento fino a 400 milioni per rafforzare il patrimonio ed evitare di finire “preda” di altri istituti (come la stessa Bpvi).

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