Voluntary disclosure, si ricomincia daccapo

SI RICOMINCIA – Il cammino della “voluntary disclosure”, provvedimento che traccia il percorso del rientro dei capitali non fiscalmente dichiarato detenuti all’estero (potenziale grande business per le reti di promotori finanziari e private banker), ricomincia daccapo. Il governo di Matteo Renzi, infatti, proprio mentre cerca disperatamente risorse non sembra interessato a quelle che potevano provenire da una conversione in legge del dl 4/2014 varato dal governo Letta, ma allunga i tempi: l’esecutivo dice infatti sì a modifiche che migliorino il testo, ma a condizione che non sia un nuovo condono. I tempi? La “nuova” voluntary disclosure, se mai partirà, prenderà forma in vari disegni di legge che il Parlamento si impegnerebbe a licenziare entro il prossimo maggio.

L’EMENDAMENTO – Nel dettaglio ieri in Commissione finanze della Camera è stato presentato e approvato un emendamento a firma del relatore Giovanni Sanga (Pd), che abroga l’articolo 1 del dl 4/2014  (cioè tutta la parte relativa alla voluntary disclosure) mentre dopo la proposta di legge presentata dalla maggioranza (qui la notizia) ne è stata presentata anche un’altra dell’opposizione, a firma di Daniele Capezzone (Fi).

AZIONE EUROPEA – Quasi come un paradosso, invece, proprio mentre il governo Renzi prende tempo su come riportare in Italia il “nero”, ieri Austria e Lussemburgo hanno fatto un passo avanti importante nella lotta all’evasione dando il loro benestare di massima all’azione europea che prevede l’avvio dello scambio automatico di informazioni fiscali. I due paesi, finora reticenti, hanno ammorbidito la loro linea proprio perché Bruxelles sullo stesso tema è in  fase avanzata di negoziato con altre piazze offshore come Svizzera, San Marino, Liechtenstein, Andorra e Monaco.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!