Ubs: strada in salita per centrare gli obiettivi

OBIETTIVI SFUGGENTI PER UBS – Ce la farà Sergio Ermotti, Ceo di Ubs, a centrare il target di un Roe del 15% nel 2016 o, come prevede mediamente il mercato, dovrà accontentarsi di un 12,9% a causa del rallentamento notato nel taglio dei costi avviato nel 2012 con 10 mila licenziamenti? Secondo l’agenzia Bloomberg, che ricorda come la principale banca svizzera incontrerà domani gli analisti finanziari, mancare l’obiettivo sarebbe fatale per il banchiere italiano che già ha posticipato di un anno il traguardo a causa dei maggiori requisiti patrimoniali imposti dalle autorità creditizie elvetiche.

PESA RALLENTAMENTO CESSIONI – Già ora, nota Bloomberg, aver rallentato il processo di dismissioni di attività “non core” (altro processo centrale nella strategia di Ermotti per rialzare la redditività della banca) si è riflesso negativamente sulle performance borsistiche del titolo che nei primi 12 mesi da quanto Ermotti aveva annunciato i nuovi obiettivi era cresciuta del 57% mentre da fine ottobre scorso (quando è stato annunciato lo slittamento di un anno del raggiungimento degli obiettivi medesimi) ha ceduto il 4,4% contro una crescita media dei titoli finanziari europei nello stesso periodo del 4,1%.

PERDITE ASSET A RISCHIO COMPENSANO UTILI – Tra il 2000 e il 2007 il gruppo Ubs aveva registrato un Roe medio del 22%, per poi registrare perdite nel 2007, 2008, 2009 e 2012 e aver visto il Roe calare al 16,7% del 2010 e al 6,7% lo scorso anno. Gli asset ponderati per il rischio del portafoglio di attività “non core” che restano in portafoglio al gruppo hanno causato una perdita ante imposte di 2,31 miliardi di franchi svizzeri lo scorso anno, compensando completamente i profitti delle attività di banca d’investimento. Insomma: o si riuscirà a liberare della zavorra o l’ex vice amministratore delegato di Unicredit potrebbe avere più di un problema.

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