“Voluntary disclosure” più leggera

VIA 20 PROPOSTE DI MODIFICA – La “voluntary disclosure” si alleggerisce in Parlamento. Infatti sono usciti circa 20 delle 130 proposte di modifica presentate nei giorni scorsi all’emendamento del relatore Giovanni Sanga (Pd) con cui è stato riscritto il testo del ddl sul rientro dei capitali al vaglio della Commissione finanze della Camera. Ed è proprio il fatto che, in concreto, si sia tratto di subemendamenti ad aver portato all’eliminazione delle proposte. Sono, quindi, poco più di un centinaio le proposte su cui, a partire da mercoledì 25 giugno, gli addetti ai lavori dovranno iniziare a lavorare per produrre un primo testo completo sul rientro dei capitali da esaminare in aula a Montecitorio prima della pausa estiva.
 
I TRE NODI DA SCIOGLIERE – Da mercoledì prossimo, quindi, i lavori dovrebbero procedere spediti. Tre i nodi fondamentali da sciogliere. Il primo, inerente la voluntary disclosure in senso stretto. Su questo fronte sono ancora da stabilire alcuni punti circa il quantum di imposte, sanzioni e tutele penali. In secondo luogo, poi, dovranno essere ben definiti i punti relativi al ravvedimento speciale per l’integrazione degli imponibili per chi ha occultato capitali al fisco mantenendoli, però, in Italia. Infine, dovrà essere trovato un compromesso in merito alla proposta avanzata e, poi, riscritta con un subemendamento a firma Marco Causi (Pd), dal ministro dello sviluppo economico Federica Guidi con cui si prevede di incentivare la ricapitalizzazione delle imprese attraverso il reimpiego nell’attività dei capitali non dichiarati insieme alla sanatoria sulle sanzioni amministrative, alla compensazione sul ricalcolo Iva e alla depenalizzazione delle dichiarazioni fraudolente.

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