Per Mps un “regalo” costoso

MPS RIMBORSA PRIMA TRANCHE AIUTI – All’epoca del “salvataggio” di Mps alcuni dei 60 milioni di “analisti finanziari” italiani avevano gridato all’ennesimo “regalo alle banche”. Ma da un comunicato del Tesoro che precisa i termini del rimborso della prima tranche di “Monti bond” si evince come il presunto regalo sia in effetti costato non poco alla banca senese che ieri ha rimborsato 3.125.970.000 euro a fronte di un valore nominale di 3 miliardi di euro più il corrispettivo ottenuto dalla Fondazione Monte Paschi di Siena per la cessione delle proprie partecipazioni. Sono stati inoltre pagati interessi per l’esercizio 2013 pari a euro 329.650.000.

PIANO RISTRUTTURAZIONE RISPETTATO – Complessivamente, ricorda la nota, il ministero dell’Economia e finanze “ha sottoscritto Nuovi Strumenti Finanziari (c.d. “Monti bond”) emessi da Mps per un ammontare complessivo di euro 4.071.000.000, di cui euro 1.900.000.000 ai fini dell’integrale sostituzione di strumenti finanziari già sottoscritti (c.d. “Tremonti bond”) ed euro 171.000.000 relativi al pagamento da parte dell’emittente degli interessi dovuti al ministero per l’esercizio 2012 su tali strumenti finanziari”, di cui secondo il piano di ristrutturazione approvato dalla Commissione Ue nel novembre 2013 si sarebbe dovuto procedere a rimborsare una prima tranche “entro il primo trimestre 2015”, cosa di cui alcuni commentatori sembravano all’epoca dubitare.

PER LO STATO INTROITO “RILEVANTE” – Non solo: “Nell’ipotesi che il rimborso dei titoli rimanenti avvenga secondo il programma contenuto nello stesso piano di ristrutturazione, – prosegue il comunicato – l’operazione di sottoscrizione dei Nuovi Strumenti Finanziari avrebbe un rendimento per lo Stato superiore al 13%. La complessiva operazione di finanziamento a Mps avrebbe un rendimento superiore al 9%”. Gli aiuti pubblici hanno dunque “consentito di evitare rischi per la stabilità del sistema bancario italiano, contribuendo al risanamento della banca, al contempo evitandone la nazionalizzazione e garantendo un rilevante introito finanziario allo Stato italiano”. Alla faccia della presunta regalia.

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