Banco Espirito Santo prova a fare chiarezza

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di Luca Spoldi 11 Luglio 2014 | 13:32
Banco Espirito Santo rassicura i mercati, ma la vicenda dimostra come siano pericolose catene di controllo troppo articolate e una governance che non elimina il rischio opacità

LISBONA RASSICURA I MERCATI Banco Espirito Santo prova a rassicurare i mercati e, almeno a giudicare dalle reazioni di stamane, sembra riuscirvi. La seconda maggiore banca portoghese per capitalizzazione ha precisato di avere un’esposizione complessiva di 1,18 miliardi nei confronti di bond, carta commerciale e altri asset di società del Grupo Espirito Santo, aggiungendo di avere un buffer di capitale di 2,1 miliardi di euro dopo l’aumento di capitale varato a giugno.

RATIOS SOLIDI, PERDITE POTENZIALI LIMITATE – Un livello sopra i minimi previsti dalle autorità monetarie portoghesi ed europee, tanto che in una nota la banca di Lisbona ribadisce di stimare le possibili perdite legate al mancato pagamento di interessi sui bond della controllante Espirito Santo International e altre società del Grupo Espirito Santo non tali da compromettere l’adeguatezza dei requisiti di capitale dell’istituto.

STRUTTURA DI CONTROLLO COMPLESSA – Di certo, però, i mercati si lamentano a ragione della scarsa trasparenza del sistema bancario portoghese ben rappresentato dalla catena di controllo di Banco Espirito Santo, controllato col 25% da Espirito Santo Finacial Group (ma il Credit Agricole ha una quota del 15% e altri investitori istituzionali come BlackRock, Capital Research e Slichester sono presenti con quote tra il 4% e il 5% ciascuno), a sua volta controllato da Espirito Santo International al 100% (ma tramite un doppio livello di controllate al 100%), il cui 56,5% fa capo a Espirito Santo Control, holding le cui quote sono divise tra cinque rami della famigla Espirito Santo.

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