Piazza Affari: il 40% delle società quotate a Milano è in mani straniere

L’AVANZATA STRANIERA – Non è un fenomeno nuovo. In principio furono i marchi della moda, poi le utility (aziende del settore telefonico o energetico), infine le banche. I capitali esteri continuano a mettere le mani sul made in Italy. Secondo l’associazione di piccole e medie imprese Unimpresa, “il 41,8% delle società quotate a piazza Affari è in mani straniere”. Le partecipazioni straniere valgono 215,1 miliardi di euro di capitalizzazione.

LE PARTECIPAZIONI IN CIFRE – “Da gennaio 2013 a gennaio 2014, il capitale delle spa quotate del nostro Paese è passato da 354,7 miliardi di euro a 514,3 miliardi in crescita di 159,5 miliardi (+45%)”, sottolinea Unimpresa.  Secondo l’analisi dell’associazione nata nel 2003, basata su dati della Banca d’Italia, “da gennaio 2013 a gennaio 2014, si è assistito a uno scatto in avanti del valore delle spa presenti sui listini di Piazza Affari. Le partecipazioni di spa quotate in mano alle imprese italiane a gennaio 2014 valevano 141,6 miliardi (il 27,5% del totale) in crescita di 50,5 miliardi (+55,5%) rispetto ai 91 miliardi di gennaio 2013”.

LE BANCHE – Le banche continuano ad avere una presenza forte, seppure in lieve calo, nel capitale delle spa quotate con il 6,4%, pari a 32,7 miliardi in crescita di 572 milioni (+1,8%), continua Unimpresa. Lo Stato centrale ha nel suo portafoglio titoli azionari quotati italiani per 16,1 miliardi (+3,1%), in aumento di 5,3 miliardi (+48,9%) rispetto ai 10,8 miliardi di un anno prima.

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