MARGINE DI INTERMEDIAZIONE IN CALO – A pesare è anche un calo del 22,6% del margine di intermediazione, passato dai 179,7 milioni del secondo trimestre 2016 a 139 milioni, in particolare a causa della netta frenata dei ricavi da trading (3,2 milioni, -89,3%), anche se queste ultime hanno registrato una crescita di quelle di gestione legata al buon andamento del risparmio gestito, e della ulteriore contrazione del margine d’interesse (68,1 milioni, 11,3%) e delle commissioni nette (60,9 milioni, -6,5%).
SALGONO I COSTI, FRENANO LE RETTIFICHE – In compenso i costi operativi sono in crescita del 19,4% a 139,6 milioni (erano stati 116,9 milioni un anno prima), anche a causa di oneri di sistema per 4,8 milioni (nulli nel secondo trimestre 2016), mentre frenano le rettifiche su crediti: 142,6 milioni contro 222 milioni (-35,8%), comprensivi della citata minusvalenza legata alla dismissione di Npl. Al netto della citata minusvalenza, della svalutazione del fondo Atlante e degli accantonamenti, la perdita netta si sarebbe ulteriormente ridotta a 48,1 milioni. Bene anche il Cet1, che si attesta al 10,4%, ben oltre la soglia minima Srep del 9% fissata dalla Bce. Nel complesso il risultato trimestrale appare comunque inferiore alle attese degli analisti, tanto che a Piazza Affari il titolo cede il 4,4% scivolando a 23,87 centesimi di euro per azione.