Promotori, salta l’Albo unico

Salta ancora una volta l’Albo unico della consulenza, sul filo del traguardo normativo. Come già avvenuto nella scorsa estate, infatti, ieri l’emendamento alla legge di Stabilità 2015 approvato dalla commissione Bilancio del Senato è stato espunto, assieme ad altri emendamenti, dal governo. Che stamane molto presto ha ottenuto la fiducia del Senato sulla legge di Stabilità con 162 sì e 37 no.

Il primo commento a caldo, dai toni comprensibilmente amareggiati, su quest’ennesimo pasticcio che penalizza sia i promotori finanziari sia i consulenti fee-only arriva ieri nella tarda serata via Twitter da Maurizio Bufi, presidente di Anasf. “A un passo dalla Casa della Consulenza, come a luglio – “cinguetta” Bufi – il nuovo albo naufraga per l’insipienza di alcuni politici e il caos del governo”.

Gli emendamenti riguardanti l’Albo unico erano stati presentati da Mauro Maria Marino (Pd), Anna Cinzia Bonfrisco (FI-Pdl) e Marcello Gualdani (Ap – Ncd/Udc). Emendamenti che – in buona sostanza – riproponevano la denominazione di “Albo unico dei consulenti finanziari” e la struttura in tre sezioni – consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede, consulenti finanziari indipendenti, società di consulenza – ma  assicuravano anche “l’assenza di nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica” con l’introduzione di una nuova tassa “dovuta per le iscrizioni successive all’entrata in vigore dell’Albo”. Quanto al capitolo “vigilanza”, gli emendamenti prevedevano il passaggio delle funzioni dalla Consob al nuovo “Organismo di vigilanza e tenuta dell’Albo unico dei consulenti finanziari”, i cui organi “resteranno in carica fino al 30 aprile 2019 al fine di assicurare la massima stabilità al nuovo assetto organizzativo”.

E ora che succederà? Espunto dalla legge di Stabilità, l’Albo unico della consulenza può trovare vita solo con un provvedimento “a hoc” del governo, nel 2015. Ma il pessimismo è di rigore, dopo quest’ennesimo scivolone.

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