Tonfo di Piazza Affari: pesano petrolio, crisi greca e deflazione

MILANO CROLLA NEL POMERIGGIO – Il crollo del petrolio, di nuovo poco sopra i 50 dollari al barile, l’aumentato rischio di deflazione dopo che anche in Germania i prezzi hanno smesso di crescere in dicembre, e le incognite legate all’esito delle elezioni politiche di fine mese in Grecia (e al connesso rischio di uscita di Atene dall’euro) condizionano pesantemente i mercati, con Piazza Affari che vede il Ftse Mib crollare nel pomeriggio di oltre 500 punti fino a chiudere in rosso del 4,92%, mentre il Ftse Italia All-Share chiude a -4,47% e il Ftse Italia Star limita i danni a -0,65%.

PETROLIO, ENERGIA E FINANZIARI A PICCO – Tra i peggiori si notano Eni (-8,16%), Enel (-6,14%) e Saipem (-4,78%), insieme ai titoli finanziari come Unicredit (-6,62%), Intesa Sanpaolo (-5,95%) o Ubi Banca (-5,83%), tutti titoli “sensibili” alla crisi greca, a quella dell’Est Europa e alla crisi petrolifera: tre crisi in grado di influenzare pesantemente anche il 2015 dopo aver condizionato l’andamento dei mercati finanziari e dell’economia reale nel 2014. Uniche blue chip in grado di segnare un rialzo a fine giornata sono così Luxottica (+0,99%) e Mps (+0,23%), che come Banca Carige (+4,11%) beneficia delle attese di un “risiko” bancario europeo che l’avvio dell’unione bancaria dovrebbe accelerare già nei prossimi mesi.

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