Voluntary, vicino accordo Italia-Svizzera

ACCORDO FISCALE TRA ITALIA E SVIZZERA – A pochi giorni dall’entrata in vigore, con l’1 gennaio 2015, della “voluntary disclosure”, una notizia proveniente dalla Svizzera restringe ulteriormente le possibilità dell’italiano che ha esportato capitale all’estero di non dichiararli con la nuova procedura. Infatti è partito il conto alla rovescia per l’accordo fiscale tra Italia e Svizzera. Entro la fine di febbraio i governi di Roma e Berna dovrebbero arrivare a mettere la firma definitiva sulla revisione del documento atteso da diversi anni. «I negoziati sono a buon punto», ha dichiarato nei giorni scorsi Mario Tuor, portavoce della segreteria di stato per le questioni finanziarie internazionali elvetiche precisando tuttavia che l’intesa non è ancora stata parafata.

LA NUOVA VOLUNTARY – Sia l’Italia che la Svizzera hanno interesse ad accelerare i tempi. Diversamente dagli scudi fiscali precedenti, la nuova “voluntary disclosure” non prevede l’anonimato sui capitali rimpatriati. In quest’ottica, l’intesa tra la Svizzera e l’Italia prevede l’adeguamento dell’accordo di doppia imposizione tra i due paesi agli standard Ocse in merito allo scambio su richiesta di informazioni fiscali. La “voluntary disclosure” ha imposto tuttavia il termine del 2 marzo prossimo entro il quale l’Italia dovrà stipulare accordi fiscali bilaterali con i paesi black list (come la Svizzera). Intese che consentiranno un effettivo scambio di informazioni secondo gli standard fissasti dall’articolo 26 del modello Ocse.

QUALI EFFETTI PER I CONTRIBUENTI ITALIANI? – Nel caso in cui il nostro governo dovesse sottoscrivere nei tempi un accordo di questo tipo con la Svizzera, infatti, i contribuenti italiani con capitali detenuti illegalmente nei forzieri elvetici potranno godere di una riduzione delle sanzioni da quadro RW al 3% annuo (invece del 6%), nonché il mancato raddoppio dei termini di accertamento e delle sanzioni sulle imposte previsti dal dl n. 78/2009. Condizioni che potranno decretare il successo o l’insuccesso della nuova misura per il rientro dei capitali detenuti all’estero.

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