Banca Arner sparisce tra il Veneto e Zurigo

BANCA ARNER – In quindici giorni è sparita a fine 2014 la banca dei misteri, nata 30 anni fa. In due settimane, infatti, la svizzera Arner Bank, che è stata al centro di molte vicende giudiziarie italiane che hanno visto via via coinvolti i conti personali di Silvio Berlusconi e capitali mafiosi, è letteralmente evaporata. L’uscita di Arner dai radar della finanza è avvenuta in due tappe fra loro ravvicinate: a fine novembre la cessione delle attività italiane e della licenza bancaria a Finanziaria Internazionale (Finint), il gruppo di Conegliano Veneto guidato da Andrea de Vido e Enrico Marchi, signore della quotata Save che controlla l’aeroporto veneziano di Tessera.

L’INTERVENTO DI FININT – Finint, uno dei protagonisti italiani della finanza strutturata, ha rilevato il busineas italiano di Arner che da anni viaggiava in cattivissime acque e aveva costretto la controllante svizzera a svenarsi. Il 2013 di Banca Arner spa si è infatti chiuso in rosso per 3,7 milioni di euro dopo che il bilancio precedente s’era chiuso in rosso per 6,1 milioni e nel 2011 il passivo era stato di 5,2 milioni. La branch italiana dell’istituto di credito svizzero, oggi presieduta da Andrea Conso, partner dello studio Annunziata, era stata a suo tempo commissariata dalla Banca d’Italia.

INCHIESTA SOPAF – Qualche mese fa, nell’ambito dell’inchiesta sul crack Sopaf che ha portato agli arresti dei fratelli Magnoni (Aldo, Giorgio e Ruggero), è stato arrestato Andrea Toschi, ex presidente di Banca Arner. E nella scorsa primavera si è chiuso a Milano con cinque condanne il processo che vedeva tra gli imputati Nicola Bravetti, uno dei fondatori di Banca Arner, condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione, assieme all’imprenditore siciliano Francesco Zummo a 4 anni, alla moglie Teresa Macaluso (3 anni e 4 mesi), Laura Panno (2 anni) e l’avvocato d’affari Paolo Sciumè (2 anni e 8 mesi), consigliere d’amministrazione di Mediolanum e peraltro recentemente condannato in Cassazione per il crack Parmalat. L’accusa nei confronti degli imputati era di intestazione fittizia di beni per circa 13 milioni di euro. A metà dello scorso dicembre, invece, il colpo di scena finale. Bravetti e i suoi altri quattro soci (Giovanni Giacomo Schraemli, Cafmagil Trust, Ivo Sciorilli Borrelli che è consigliere anche della banca italiana e Paolo Del Bue, banchiere romano naturalizzato svizzero) hanno venduto la maggioranza di Arner Sa alla Ixe Capital Ag, che ne era socia di minoranza con circa il 10%.

IXE CAPITAL AG – Questa è una società d’investimenti basata a Zurigo e guidata dal messicano Jesus Alejandro Garcia Alvarez. È l’esponente di una dinastia di imprenditori che ha al centro delle sue attività ricchi business agricoli in America Latina e che nel 2008 ha spostato l’asse nella vicina Confederazione, costituendo Ixe Group appunto a Zurigo. Fra la marca trevigiana e i contorni di Bahnofstrasse, così, è scomparsa la banca dei misteri. La banca dove Berlusconi aveva aperto il conto numero 1 con 10 milioni di euro e sulla quale ci sono stati depositi milionari dei suoi figli e del socio Ennio Doris.

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